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Categoria Alimentazione dei bambini

Perché i bambini non possono mangiare la pasta “Piccolini” Barilla?

Published by
Maria Sole Bosaia

Tutti i genitori mettono al primo posto la salute e la protezione dei loro bambini quindi sta generando un certo sconcerto l’allarme lanciato a proposito della pasta della Barilla: I Piccolini che, come segnalato sulla confezione stessa e contrariamente a quanto possiamo immaginare non è indicata per i bimbi sotto i 3 anni.

La Pasta Piccolini della Barilla: cosa c’è dietro lo “scandalo”

A lanciare ( o rilanciare, come vedrete in seguito) l’allarme è l’autorevole studioso Angelo Consoli, direttore dell’ufficio Europeo di Jeremy Rifkin, ex consigliere sulle questioni energetiche ed ambientali che ha sottolineato come in questo tipo di pasta, originariamente pensata per i più piccoli, vi siano alti livelli di micotossine (sostanze chimiche tossiche prodotte dai funghi) che, come spiega con le sue stesse parole, “provengono dal grano ucraino (o canadese ndr) comprato dalla Barilla per risparmiare e fare più profitti sulla pelle dei consumatori sono superiori ai livelli consentiti dalle norme di sicurezza alimentare per esseri umani inferiori a tre anni. Prima questa dizione sulle scatole di pasta Barilla “I Piccolini” non c’era. Poi la Nipiol li sputtanò con la pubblicità comparativa e loro invece di ritirare dal mercato i prodotti con le micotossine aggiunsero la scritta per mettersi al sicuro. Benvenuti nel meraviglioso mondo del libero mercato.” 

Sull’ondata del furore popolare bisogna fare un po’ di chiarezza. Sull’etichetta della pasta “Piccolini” c’è davvero scritto “per grandi e bambini sopra i 3 anni, questo perché quando, qualche anno fa, questo prodotto venne lanciato sul mercato, la Plasmon pubblicò una pubblicità comparativa sottolineando come nella pasta “avversaria” fossero presenti livelli di micotossime superiori alla soglia massima destinata al mercato dei bambini (0 – 3 anni), oltre a un certo numero di pesticidi.

Le micotossine: cosa sono e perché sono dannose

Come riportato su Il Fatto Alimentare, in un’intervista a Andrea Villani della Borsa merci di Bologna, questi dichiara che le micotossine sono prodotte da alcuni funghi che si formano in stagioni climaticamente sfavorevoli. Dunque sono stati fissati dei limiti per il consumo. Per quanto riguarda il grano il problema maggiore è il Deossinivalenolo (DON) prodotto da funghi del genere fusarium.

“In alcuni casi, i grani con presenza di micotossine superiore a quella ammessa per il consumo umano vengono destinati a mangime per animali. Oggi le nuove generazioni di agricoltori sono particolarmente attente a questi problemi” specifica Villani.

Secondo l’esperto il grano è una materia prima abbastanza sicura, in Europa esistono standard e controlli di sicurezza che vengono effettuati per garantirne la qualità.

Il test sulle micotossine

In Europa esistono due livelli di sicurezza alimentare:

  • uno per gli adulti: la pasta per “adulti” può avere livelli di micotossine più alte rispetto a quelle indicate specificatamente per i bimbi
  • uno per i bambini

Sono state quindi testate da Il Test Magazine 15 confezioni di spaghetti di vari tipi che sarebbero “fuorilegge” se nelle confezioni fossero indicate per bambini da 0 – 3 anni.

Quindi, senza saperlo, i genitori potrebbero somministrare questi prodotti ai figli utilizzandoli, per esempio, per lo svezzamento.

Il pericolo sta nei problemi causati al sistema immunitario e respiratorio. Piccole quantità di micotossine sono gestibili anche dai bimbi sotto i 3 anni, ma bisogna tener presente che si tratta di corporature il cui sviluppo è ancora immaturo.

E dopo i 3 anni?

“Per il Regolamento europeo a tre anni e un giorno i bambini diventano a tutti gli effetti adulti e possono sopportare la stessa dose di tossine che ingerirebbe un uomo di 40 anni e di 80 chili di peso. Un’assurdità”.

Come potete osservare dall’immagine la Barilla non è nemmeno tra le 5 marche più “pericolose” quando si parla di deossivalente perché è stata presa in considerazione la pasta normale e non I Piccolini nello specifico.

Quindi attaccare la Barilla dicendo che fa profitti sulla “pelle dei consumatori” vuol dire non tenere conto di tanti altri marchi altrettanto famosi che sono invece addirittura più dannosi se somministrati incautamente ai bambini sotto i 3 anni.

Il grande errore di questo marchio è stato indirizzare la pasta I Piccoli ai bambini, errore però prontamente corretto con l’etichetta, cosa che invece altri brand non fanno.

Ma c’è dell’altro.

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Maria Sole Bosaia

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