In molte filosofie orientali, il corpo viene considerato come un tempio, da curare e conservare. Gli stessi romani affermavano “Mens sana, in corpore sano” (lett. una mente sana in un corpo sano). Alcune volte, però, accade che nel tempio qualcosa si rompa o che il corpo non riesca a stare al passo con la mente. Insomma, succede che qualcosa dentro di noi venga compromesso in modo irreparabile e che abbia bisogno di essere sostituito perché rischioso per la salute, la quotidianità o per la nostra stessa vita. Ci troviamo ad aver bisogno di un trapianto di organi.
Il 2015 è stato un anno speciale le donazioni di organi
Tutti sono a conoscenza della necessità e del bisogno di donatori di organi. Spesso la televisione ci ha proposto casi di affari pochi chiari sul commercio di questa “merce”, piuttosto che, nel periodo più buio della crisi, di vera e propria vendita online da parte di esodati, disperati perché senza un lavoro. Questo perché i donatori non sono mai stai molti e quindi c’è una grande necessità. L’interesse per potersi mettere a disposizione in questo ambito, non è mai stata realmente percepibile, portando a poco informazione generale. Alcuni di noi sono persino all’oscuro che è possibile registrarsi per mettere a disposizione il proprio corpo una volta che, per un motivo o per un altro, la nostra vita giunga a un termine. Una situazione preoccupante, sopratutto per chi aspetta nelle interminabili liste di attesa, che venga il proprio turno di tornare a una vita normale. Tutto questo fino all’anno scorso.
Il 2015, infatti, ha visto un boom delle registrazioni nei Comuni, dell’intenzione di donare il proprio corpo una volta morti. Mentre nel 2014 c’erano state solamente 15.137 registrazioni, l’anno scorso sono salite all’impressionante numero di 104.571, una vera e propria “eccellenza italiana”.
Complice di questa impennata è sicuramente l’aumento dei Comuni che hanno aderito al progetto Una scelta in Comune, che permette ai cittadini di registrare la loro disponibilità. Le amministrazioni aderenti sono infatti sono passate da 23 Comuni del 2014 ai 454 del 2015. Grazie a questo, già dall’inizio del 2016, il numero è aumentato ulteriormente a 553, portando il numero di dichiarazioni di volontà a 151.847. Le intenzioni sono quelle di arrivare a 1.292 Comuni e 208.367 registrazioni entro la fine dell’anno
Questa possibilità, però, non è omogenea in tutta Italia. Proviamo a guardare un po’ di dati:
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solo in Lombardia ci sono 140 Comuni che hanno aderito al progetto Una scelta in Comune, rendendola la regione dove è più facile aderire a questo servizio, seguita da Emilia Romagna e Piemonte.
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In Campania, Friuli Venezia Giulia e nella provincia autonoma di Trento, nessun Comune ha voluto offrire questa possibilità ai propri cittadini.
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Se invece consideriamo le percentuali di Comuni attivi, scopriamo che il servizio è più diffuso nella provincia autonoma di Bolzano, in Umbria e in Emilia Romagna.
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Tra la popolazione, l’iniziativa ha fatto breccia nei cuori della fascia d’età 36-50 e 51-65 anni, lasciando invece indifferenti le fasce 18-35 e over65, in cui l’affluenza è molto bassa.
Il ministro Lorenzin, del Ministero della Salute, ha orgogliosamente presentato e commentato i dati affermando “Sono molto soddisfatta dei risultati ottenuti, la rete trapiantologica funziona bene, è un’eccellenza del nostro Paese. Stiamo lavorando per migliorarla sempre di più. Anche la collaborazione con i Comuni italiani nel progetto “Una scelta in Comune” ha funzionato, dobbiamo continuarla e renderla sempre più proficua”.
Oltre a questi dati, sono stati presentati anche quelli relativi ai trapianti eseguiti. Nel 2015, infatti, in Italia sono stati eseguiti 3.317 interventi di trapianto d’organo (67 in più rispetto al 2014 e 228 rispetto al 2013). Nello specifico:
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Rene: su 2.038 pazienti usciti dalla lista nel 2015, 1.576 hanno ricevuto un trapianto (pari al 77%);
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Fegato: su 1.288 pazienti usciti dalla lista nel 2015, 1.067 hanno ricevuto un trapianto (pari al 82%);
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Cuore: su 328 pazienti usciti dalla lista nel 2015, 246 hanno ricevuto un trapianto (pari al 75%);
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Polmone: su 179 pazienti usciti dalla lista nel 2015, 112 hanno ricevuto un trapianto (pari al 62%).
Bisogna però sottolineare come questi risultati eccezionali siano frutto anche dell’incredibile generosità e altruismo di chi ha deciso di donare i propri organi ancora da vivo, portando anche in questo caso a un aumento rispetto al 2014: nel 2015 sono state effettuate 301 donazioni di rene e 23 di fegato.
Insomma, questi sono dati che dimostrano che nonostante le difficoltà, il nostro Paese continua ad avere un cuore. Spendersi per gli altri non è mai tempo perso. Possiamo soltanto dire grazie a tutte quelle persone che hanno deciso di donarsi per salvare la vita di qualcun altro.
E voi unigenitori, cosa ne pensate della donazione degli organi? Sapevate di questa nuova procedura “Una scelta in Comune”?
Vi consigliamo di vedere un video che insegna il valore di donare gli organi.