Nella fotografia c’è una realtà così sottile che diventa più reale della realtà.
Alfred Stieglitz
Care unimamme, torniamo a parlarvi di drammi sociali. Questa volta però lo facciamo mostrandovi alcune foto che hanno partecipato e vinto alla 59esima edizione del World Press Photo 2016, uno dei premi di foto-giornalismo più importanti del mondo.
A vincere il primo premio una foto di un fotografo australiano, Warren Richardson, con uno scatto in bianco e nero, intitolato “Speranza di una nuova vita“.
La foto, scattata il 28 agosto del 2015, raffigura un uomo che tiene in braccio un neonato e prova a farlo passare attraverso il filo spinato posto al confine tra Ungheria e Serbia. Scattata durante la notte, l’uomo e il bambino erano parte di un gruppo di persone che cercavano di giungere in Ungheria.
Richardson è un fotografo freelance, che ha così spiegato come ha scattato la foto: “Sono stato accampato con i rifugiati per 5 giorni sul confine. Un gruppo di 200 persone era arrivato e si era trasferito sotto gli alberi lungo la linea di recinzione. Hanno mandato avanti donne e bambini, poi padri e uomini aniziani. Sono rimasto con queste persone per circa 5 ore e abbiamo giocato al gatto col topo con la polizia per tutta la notte. Ero esausto al momento in cui ho scattato la foto. Erano circa le 3 del mattino e non era possibile utilizzare il flash perchè la polizia stava cercando queste persone e io non volevo farle catturare. Così ho dovuto usare solo la luce della luna.”
Francis Kohn, presidente della giuria generale e direttore di Agence France-Presse, ha detto: “Appena abbiamo guardato questa foto abbiamo saputo che era importante. Aveva un tale potere per la sua semplicità, in particolare il simbolismo del filo spinato. Abbiamo pensato che aveva quasi tutto per dare una forte visione di ciò che sta accadendo con i rifugiati. Penso che sia una foto molto classica, e allo stesso tempo è senza tempo.”
Huang Wen, direttore dello sviluppo dei nuovi media presso Xinhua News Agency, ha dichiarato: “E ‘un’immagine inquietante. Si vede l’ansia e la tensione in un tale stato d’animo che è abbastanza diversa da altre immagini” e ancora “mostra l’emozione e il sentimento reale dal profondo del cuore di un padre consegna il suo bambino al mondo al quale cerca di appartenere.”
Vaughn Wallace, editor fotografico vice Al Jazeera America, ha detto: “Abbiamo visto migliaia di immagini di migranti in ogni forma del loro viaggio, ma questa immagine mi ha colpito davvero. Essa ti fa fermare e considerare il volto dell’uomo, considera il bambino. Si vede la nitidezza del filo spinato e le mani arrivare dal buio. Questa non è la fine di un percorso, ma il completamento di uno stadio di un lungo futuro. E così, per me, questo doveva essere la foto dell’anno.”
Molte altre le foto premiate, perché diverse le categorie. Ve ne mostriamo alcune che ci hanno toccato in modo particolare:
Vincitrice del secondo premio della categoria “Contemporary Issues” la foto di una fotografa americana, Adriane Ohanesian, scattata il 27 febbraio del 2015. La foto intitolata “Le montagne dimenticate del Sudan” raffigura Adam Abdel, un bambino di 7 anni pesantemente ustionato dopo che un aereo governativo sudanese ha lanciato una bomba vicino alla sua casa in Burgu, in Centro Darfur.
A vincere il secondo premio della categoria “Daily Life“, una foto scattata il 10 febbraio del 2015 del fotografo brasiliano Mauricio Lima per Al Jazeera America.La foto intitolata “La tribù Murunduku dell’amazzonia“, raffigura dei bambini indigeni della tribù giocare nel fiume Tapajos nell’area Sawre Muybu, ad Itaituba in Brasile. La tribù, che considera sacro il fiume Tapajos, sta lottando per la sopravvivenza dopo che il governo brasiliano ha pianificato di costruire sui loro territori una diga idroelettrica.
Il secondo premio storie della categoria “General News” è stato vinto da una foto drammatica, intitolata “I bambini di Douma“. La foto scattata da Abd Doumany , per Agence France Presse, il 7 novembre del 2015 raffigura un uomo siriano che porta in braccio il corpo senza vita di un bambino ucciso da un raid aereo delle forze governative in Douma, Siria.
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