La risposta è molto semplice: l’attività del cervello, in presenza di immagini e stimoli ripetitivi, sempre uguali, cala rapidamente. Attraverso, quindi, l’utilizzo di spettroscopia a raggi infrarossi, un esame non invasivo, è possibile monitorare l’attività cerebrale. È stato quindi possibile notare che c’era variabilità di risposta del cervello del neonato quando veniva sottoposto a stimoli differenti, in questo caso, a semplici parole.
Chiarito questo punto, possiamo proseguire con lo studio. Un’altra ricercatrice che ha lavorato a questo studio, la Dott.ssa Perrine Brusini, racconta come si è svolto lo studio: “I neonati hanno ascoltato una sequenza continua di 6 sillabe e sono in grado di distinguerla da un’altra molto simile in cui vengono scambiati gli estremi, mentre lo stesso non avviene quando si spostano le sillabe all’interno della parola”. Una scoperta molto interessante che ha portato ad ulteriori approfondimenti. La Dott.ssa Alissa Ferry racconta in che direzione si sono mossi i conseguenti studi: “In un’altra serie di esperimenti poi, abbiamo cercato di capire se è possibile fare in modo che il cervello dei neonati elabori anche le sillabe all’interno della sequenza. Abbiamo dunque introdotto una piccola discontinuità nelle sequenze, una pausa brevissima, quasi impercettibile anche all’ascolto più attento. Anche se si trattava solo di 25 millisecondi, questa pausa divide la parola lunga in due parole corte e grazie a questo trucco, il cervello riusciva a distinguere le parole con le sillabe scambiate al loro interno”.
Insomma possiamo concludere che i neonati sono molti ricettivi agli stimoli orali, soprattutto da quelli dei genitori di cui inizia a distinguerne la voce molto presto. Bisogna quindi iniziare a fare attenzione alle conversazioni che si tengono all’interno della famiglia, sopratutto di fronte ai più piccoli. Se poi questo studio non vi ha convinto, ricordate che, come descritto nella “teoria dell’attaccamento” del professore Bowlby, noi genitori diverremo il loro punto di riferimento, un modello da seguire e a cui ispirarsi. E la personalità passa anche attraverso l’uso che facciamo del linguaggio. Magari conviene iniziare immediatamente a usare un linguaggio corretto.
Voi unigenitori come parlate al vostro bambino? E quali parole usate all’interno della coppia?
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