Nella preistoria l’organizzazione familiare era molto diversa da quella di oggi. Le necessità, gli obblighi e le giornate erano molto differenti. Tutto diverso, tranne una cosa: l’adolescenza e il conseguente bisogno di libertà, oltre che le paure e le ansie dei genitori. Eep, infatti, è la figlia maggiore dei Croods, una ragazza desiderosa di conquistare la propria indipendenza per mettersi alla prova. Però, la voglia di esplorare, scoprire e viaggiare sono obiettivi che Crug, capofamiglia e padre di Eep, non condivide e ritiene un pericolo per la vita non solo dell’adorata figlia, ma di tutta la sua famiglia. Il cavernicolo, infatti, ha fatto della protezione e della sopravvivenza del suo nucleo familiare, l’unico obiettivo della sua vita. Di andare a esplorare, interrompere la routine delle loro giornate, non se ne parla proprio. La vita dei Croods, quindi, scorre sempre uguale, fino a quando non arriva Guy, uno sperimentatore rivoluzionario, che sconvolgerà la vita della famiglia, trascinandoli in un viaggio avventuroso. E naturalmente molto pericoloso.
I Croods, film della Dreamworks, diretto da Chris Sanders e Kirk De Micco, si profila subito come un’attenta analisi della famiglia e di ogni suo membro, nonostante l’ambientazione preistorica. Nel film sono inseriti molto scontri psicologici, primo fra tutti quello fra padre e figlia. Non vengono però accantonati i problemi emotivi legati alla saggezza e la routine dell’anzianità contro la spensieratezza e l’intraprendenza della gioventù, piuttosto che quelli relativi allo scontro tra il vecchio leader che vuole mantenere il suo ruolo attaccato al passato e quello nuovo che lo supera grazie alla sua visione del futuro, o ancora i problemi legati alla difficile scelta di cambiare stile di vita, senza conoscere quali risultati porterà, o decidere di rimanere legati a uno stile stabile ma che inizia a essere stretto.
Concentrandoci sulle problematiche che i Croods affrontano a livello familiare, noi genitori possiamo imparare molto. Crug ha paura delle novità. La sua esperienza, anche se non guidata da una spiccata intelligenza, lo porta a diffidare di tutto ciò che è nuovo, proprio perché sa quali sono i pericoli che il mondo offre. Meglio restare ancorato a dinamiche, azioni e routine assodate, sicure, testate, che non nascondono sorprese sgradite. Il desiderio di tenere la famiglia al sicuro, in primis la figlia Eep, lo portano a dimenticare che solo lui ha sperimentato il mondo. La figlia ha bisogno di vedere con u suoi occhi, invece di continuare a credere a quel mondo che il padre le raccontava quando era piccola. Crug è un buon padre, sostiene e protegge la famiglia e sopperisce a tutti i suoi bisogni, ma è intrappolato in questo ruolo di difensore e non può accettare che Eep corra dei rischi. Ma, sopraffatto dal desiderio di tenerla vicino a sé, otterrà solo di spingere la figlia sempre più lontana, rompendo quel legame a cui teneva così tanto. Perché la curiosità dell’adolescenza non può essere intrappolata né tantomeno messa a tacere e quando i ragazzi non si sentono ascoltati, vanno alla ricerca di altri che possano comprenderli. Solamente ascoltando i nostri figli e riponendo in loro la nostra fiducia, diamo loro la possibilità di crescere e imparare ad affrontare il mondo, gettando così le basi per un solido rapporto che durerà nel tempo.
Anche ai bambini e ai ragazzi, il film ha qualcosa da insegnare. Eep inzia a credere che il padre non sia più utile alla famiglia poiché troppo legato al passato e ai suoi schemi mentali. Meglio andar via per affrontare il mondo da sola, libera di fare ciò che ritiene più giusto. Alla fine, però, dovrà ricredersi. Perché in ogni famiglia ci possono essere incomprensioni e discussioni, ma l’opinione di ognuno è importante, vecchio o giovane che sia. Un nucleo familiare ha bisogno sia dell’esperienza degli anziani che dell’intraprendenza dei giovani e solamente uniti, ascoltando l’opinione di ognuno è possibile continuare a camminare.
Adesso vi lasciamo al trailer del film. Magari trovare qualche similitudine con la vostra famiglia.
E voi unigenitori come affrontate le discussioni in famiglia? Come fate a camminare insieme?
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