Angela Gallo è una mamma blogger, nonché una doula, ovvero una donna che attraverso la sua esperienza personale e la sua formazione offre sostegno, ascolto, informazioni e orientamento alle mamme (in gravidanza e durante il primo anno di vita del proprio bimbo) e, in quanto tale, vuole dare alcune informazioni riguardo l’anestesia epidurale. Tale tecnica è, sicuramente, quella più efficace a controllare il dolore delle donne in travaglio.
Abbiamo già dato alcune raccomandazioni sul momento giusto per somministrare l’epidurale durante il parto ma, adesso, vogliamo farvi conoscere quello che questa mamma blogger e doula pensa riguardo l’anestesia epidurale, forse un po’ troppo utilizzata secondo la donna.
È cosa risaputa che il momento del travaglio è quello più difficile per una futura mamma, i dolori sono davvero lancinanti e, molto spesso, davvero insopportabili. In tante occasioni per poter alleviare tali dolori si ricorre all’anestesia epidurale che permette alla donna di essere vigile anche se sottoposta a taglio cesareo.
Come la stessa Angela Gallo racconta, in tutti i film e documentari si vedono donne che al momento del parto si straziano dal dolore maledicendo, a volte, i mariti e l’epidurale viene dipinto come un rimedio quasi miracoloso che risolve tutti i problemi e riporta la serenità. La blogger, però, vuole descrivere, dal suo punto di vista, tale tecnica anestetizzante considerando che l’ha provata sulla sua pelle, premettendo di essere assolutamente favorevole all’utilizzo di farmaci o anestetici nel momento della necessità.
1. Non si può evocare l’anestesista come se fosse il genio di una lampada
E già, purtroppo non si può avere l’anestetista dell’ospedale a completa disposizione in qualsiasi momento. Molte volte ho assistito a scene in cui o l’anestesista era con un altro paziente, o in chirurgia, o non era raggiungibile telefonicamente, o, comunque, irreperibile nel momento del bisogno. Anche per chi paga il prezzo più alto per ricorrere alla sanità privata questo è qualcosa che può accadere. Per di più in molti ospedali l’anestesia epidurale non viene somministrata se la cervice non si dilata almeno 4 cm (questo per motivi elencati di seguito).2. L’epidurale sabota il lavoro naturale
Molto probabilmente andrò a finire nei guai per una dichiarazione del genere ma è la verità. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha fatto questa riflessione “L’anestesia epidurale è uno degli esempi più eclatanti della medicalizzazione del parto normale, trasformando un evento fisiologico in una procedura medica”. Per cui se le donne hanno voglia di vivere l’esperienza del parto naturale tale pratica ne annulla il senso. Idroterapia (bagno/doccia), massaggio e la giusta posizione sono tutte alternative all’epidurale.3. L’anestesia non sempre funziona
Si, avete letto bene. Può succedere che non venga fatta nel modo giusto e che la puntura venga fatta in altre zone del corpo e non sortisca l’effetto desiderato o, anche, potrebbe essere necessario un rabbocco per il prolungarsi del tempo del travaglio.A volte, poi, viene iniettato troppo farmaco e ci vuole molto tempo per svanire.E questo è frustrante, lo so!4. L’epidurale rallenta (o addirittura ferma) il lavoro
E già, è proprio così. L’ho visto accadere diverse volte. L’epidurale, infatti, rallenta la produzione di ossitocina, l’ormone che è necessario per il tuo utero a contrarsi e necessario per poter allattare. Per cui invece di contribuire a spingere il bambino verso il basso l’utero (lo stesso utero che sta già avendo difficoltà a contrarsi per mancanza di ossitocina) rende 3 volte più difficile il lavoro della futura mamma. In questi momenti, nella maggior parte dei casi, alla donna viene somministrata l’ossitocina artificiale per rafforzare e velocizzare il lavoro.… Il che mi porta al mio prossimo punto…
5. Le tue possibilità di un parto indotto o chirurgico sono notevolmente aumentate
Se qualcosa interrompe il processo fisiologico del parto è prevedibile che ci saranno problemi derivanti da tale interruzione. Ad esempio, l’epidurale paralizza il pavimento pelvico di una donna e a) rende molto difficile la spinta spontanea, b) accresce le probabilità di ricorrere al parto indotto o cesareo.6. Gli effetti collaterali e i rischi che si corrono sono qualcosa da prendere in considerazione
Prurito, brividi, infezioni, immobilità, problemi con tessuto cicatriziale e la lista potrebbe continuare all’infinito. Sto dicendo tutto questo per spaventarvi? Assolutamente no. Ma io penso che sia dannatamente importante che la donna sappia tutto in tempo utile in modo che possa prendere la decisione migliore, per se stessa e per la sua famiglia.
Detto tutto ciò, la mamma blogger conclude: «Invece di pianificare l’epidurale, perché non programmare soltanto la possibilità di utilizzarlo? Canalizza le tue paure e le tue ansie a cercare il team di supporto migliore, individuare un bravo assistente al parto con il quale prendere eventuali decisioni sono nel momento del bisogno. Stila una sorta di elenco di tecniche di rilassamento che potrebbero funzionare. Sii pronta, pianifica in anticipo, organizza al meglio. Ancora più importante poi è di non sentirsi mai in colpa per le decisioni prese. Stiamo tutte facendo del nostro meglio, siamo donne meravigliose. Credimi quando dico…Sei più forte di quanto si pensi».
E voi, unimamme, avete fatto l’anestesia epidurale per affrontare meglio la fase del travaglio? Raccontateci le vostre esperienze.
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