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Ecco come i bambini imparano a relazionarsi con gli altri

Published by
Michele

I gruppi adolescenziali

A partire dagli 11 anni, i ragazzi formano dei gruppi più stabili, con una mescolanza di genere e iniziando a impegnarsi in relazioni sentimentali. Anche se in un primo momento queste relazioni sentimentali si basano su elementi superficiali come l’aspetto fisico o lo status sociale, con il passare del tempo e la fisiologica crescita, si inizia a prendere sempre più in considerazione la personalità o i valori, puntando inconsciamente a una risoluzione dei conflitti più positiva.

I ruoli sociali durante l’adolescenza possono più o meno modificarsi. Nel caso in cui ruoli negativi come quelli del trascurato, dell’escluso o del rifiutato, proseguano, possono portare a relazioni con il prossimo altrettanto negative. Accade così che fenomeni come il bullismo possano proseguire anche in età adulta. Possiamo però affermare che per lo sviluppo di una personalità positiva, è sufficiente solamente un’amicizia reciproca di qualità, che può tamponare le altre relazioni o eventi sociali negativi.

In adolescenza, le relazioni di amicizia hanno un’interazione sociale maggiore rispetto a quella tra genitore e figlio, poiché offrono la possibilità di esplorare sé stessi e la propria identità. La presenza della famiglia, comunque, rimane importante per gli adolescenti, che possono così contare su una presenza sicura e costante mentre affrontano la loro indipendenza. Una famiglia discretamente presente, ha degli influssi positivi sulla personalità degli adolescenti, una volta divenuti adulti, favorendo una maggiore autostima, una vita più regolare con migliori relazioni sociali e sentimentali a lungo termine.

La formazione di un’identità sociale è come avete visto, un percorso lungo e complicato. Noi genitori non possiamo fare molto, quando i nostri bambini crescono. Questo però non corrisponde alla possibilità di assentarci dalla loro osservazione. Man mano che i nostri figli cresceranno, raggiungeranno una sempre maggiore indipendenza. Nostro compito sarà quello di osservarli da lontano, per esserci quando avranno bisogno di noi, così da sostenerli nei momenti difficili della vita.

I vostri figli, unigenitori, come si relazionano con il prossimo?

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Michele

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