Christopher Cabrera, fondatore e CEO della Xactly Corporation, una società che fornisce software e servizi informatici quotata al NYSE, avendo lui stesso una figlia, ha affrontato di petto la questione.
“Con una figlia che sta per laurearsi al college e fare il suo ingresso nella forza lavoro questo è un argomento che mi sta molto a cuore. Questa è l’aspettativa che dovrebbe avere cominciando la sua carriera? Il fatto che non sia un uomo dovrebbe privarla dei meriti che si guadagnerà e danneggiare la retribuzione che riceverà?
Come imprenditore ho lottato per creare un ambiente che non tollerasse discriminazioni, per nessuna ragione. C’era solo un problema con questa nozione. Nella mia stessa azienda si stava perpetrando una discriminazione di genere nella retribuzione e io non me n’ero accorto. Non era una cosa fatta di proposito o calcolata, la nostra cultura aperta e giusta non l’ha causata o promossa. Semplicemente non stavamo chiedendo le cose giuste ai dati di cui disponevamo e, come risultato, inizialmente non abbiamo intuito il problema.
Una volta che abbiamo analizzato a fondo i nostri dati abbiamo scoperto che c’erano problemi di ineguaglianza nelle retribuzioni. Fortunatamente questo ha avuto ripercussioni solo su un piccolo numero di persone nella nostra azienda e abbiamo rimediato in fretta. Mentre non è una notizia da prima pagina da afferrare ed esporre il fatto che questo sia diventato la norma, io credo che questo sia lo scenario più comune.
Leader con le migliori intenzioni possono avere questo tipo di problemi nascosti dietro i loro dati e questi casi di ineguaglianza continueranno a crescere finché qualcuno comincerà a mettere in discussione lo status quo e prenderà qualche iniziativa. Questa situazione deve finire. Imploro che le aziende leader di tutto il mondo prendano posizione contro la disuguaglianza di genere. In caso sia sfacciata o involontaria, nella Silicon Valley o nel resto del mondo.
Specialmente nel settore della tecnologia industriale dobbiamo cominciare ad applicare ciò che predichiamo quando si arriva a usare grandi numeri per risolvere i problemi del mondo reale. Questo comincia con i leader che hanno visibilità nelle loro stesse organizzazioni e che usano le informazioni per fare cambiamenti significativi.
Ma comincia anche col rispettare le aspettative. Di nuovo, molti leader danno per scontato che un giusto trattamento di possibilità e dei membri della squadra sia qualcosa di implicito. Come ha evidenziato di recente Newsweek casi di ineguaglianza accadono tutti i giorni in tutte le aziende diverse per forma e dimensioni. Dobbiamo azzerare le nostre aspettative e rendere chiaro dall’alto al basso che la discriminazione non verrà tollerata, nei settori dello stipendio, assunzioni, promozioni, gratificazioni del talento e molte altre situazioni in mezzo.
Dobbiamo porre in atto controlli ed equilibri. Mentre l’accordo finanziario non lascia spazio a una risposta emotiva con i suoi sistemi e controlli, la retribuzione deve essere basata su fattori concreti simili. Le aziende devono avere un approccio, fatto di formule riguardo i pagamenti, che si focalizzi di più sulla capacità mentre considera ancora aspetti come l’educazione, l’esperienza e l’esperienza professionale.
Se pensi che qualcuno possa eseguire un certo lavoro allora paga lui o lei in modo equo per quel lavoro, non c’è ragione per cui il genere sia un fattore in quell’equazione. E questo include anche un’ingiusta penalizzazione per le donne che si prendono un congedo di maternità. Dopotutto questo è il modo in cui ciascuno di noi è entrato in questo mondo.
Ora una mancanza di impegno sta costando agli affari americani bilioni di dollari ogni anno. Dalla prospettiva degli affari non ha alcun senso alienare alcune delle impiegate che hanno i risultati migliori non pagando loro il giusto. Da una prospettiva personale, assicurare l’uguaglianza per tutti, uomini e donne, è semplicemente la cosa giusta da fare. Ci vuole una sola azienda per fare il via a un movimento”.
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