Il bimbo, insieme a molte altre migliaia di persone in fuga dalla guerra nel suo Paese si trova bloccato nella terra di nessuno tra Grecia e Macedonia, in condizioni estreme.
Questo però non gli impedisce di provare compassione per le vittime del terrorismo islamico. La sua iniziativa ha trovato seguito in altre persone che si trovano, come lui, al confine di un’Europa che sperano li accolga.
In risposta al suo “mi dispiace” un bimbo belga gli ha fatto eco con un altro bellissimo messaggio: “Brussels says “we’re okay” It’s not your fault” (Bruxelles dice: stiamo bene, non è colpa tua”).
Unimamme, con il suo cartello il bimbo di Idomeni vuole prendere le distanze dall’ingiusta equazione: profugo = terrorista. Dopotutto anche lui è una vittima delle violenza degli adulti di cui non ha alcuna colpa.
Come vi fa sentire il suo cartello?
Le bolle di sapone affascinano da sempre per la loro leggerezza e i riflessi cangianti,…
In un mondo che cambia velocemente, anche il concetto di gioco e di giocattolo si…
Giocare all'aperto è molto più che un semplice passatempo per i bambini: è un'attività essenziale…
La candida al seno rappresenta una sfida significativa per le neomamme che desiderano allattare. Questo…
L'onicofagia, termine che deriva dal greco "ὄνυχος" (unghia) e "ϕαγία" (mangiare), indica l'abitudine di mordersi…
Il periodo post-partum è una fase cruciale per la neo-mamma, segnata da cambiamenti fisici e…