Una ricerca inglese, però, afferma che ci sono alcune tipologie di gioco e di interazione con i più piccoli, che possono favorire uno sviluppo migliore e aiutarli ad affrontare la vita una volta divenuti adulti.
Secondo uno studio eseguito dal Dipartimento di Psicologia dell’Università di Sheffield, finanziato dal Concilio della Ricerca Economica e Sociale, se un bambino viene stimolato con scherzi e giochi d’immaginazione, avrà un vita migliore. Questo tipo di atteggiamento è comune nei genitori, ma non tutti riescono a giocare in questo modo in maniera naturale e spontanea, giudicandolo un atteggiamento che non appartiene al loro carattere e modo di fare. “I genitori, i tutori e gli educatori dell’infanzia, non devono sottovalutare l’importanza di interagire con i bambini attraverso scherzi e giochi d’immaginazione” afferma la Dott.ssa Elena Hoicka.
“Trascorrere del tempo a fare questi giochi divertenti con i bambini, li aiuta ad imparare a replicarli da soli, oltre a dare loro una serie di competenze che sono importanti nell’infanzia e oltre”. La dottoressa, in questa sua affermazione, fa un’importante differenziazione tra i due tipi di atteggiamento. Scherzare e immaginare, infatti non sono la stessa cosa e hanno presupposti ed effetti diversi. Prosegue quindi la Dott.ssa Hoicka “Entrambi presuppongo l’intenzione di fare o dire una cosa sbagliata. Tuttavia, l’atto di scherzare intende fare qualcosa di sbagliato solo per il gusto di farlo. Al contrario, usando l’immaginazione si compie un gesto sbagliato solamente per finzione. Per esempio, i genitori potrebbero immaginare che una spugna sia un’anatra e scherzare usando un gatto come una papera”. Il limite è molto sottile ma porta a risultati molto differenti.
Lo studio, nel frattempo, si è concentrato sulle differenze tra gli scherzi e l’uso dell’immaginazione verbali e fisici, utilizzando due gruppi di ricerca:
Alla conclusione dell’esperimento, è risultato che i genitori hanno un ruolo fondamentale nell’insegnare la distinzione tra scherzare e immaginare, ma anche su come eseguire queste due azioni differenti. Infatti i genitori di entrambi i gruppi hanno dimostrato più difficoltà nello scherzare rispetto che nell’immaginare, portando come risultato a una difficoltà nello scherzare attivamente nei bambini del primo gruppo e verbalmente in quelli del secondo.
La Dott.ssa Hoicka ha quindi concluso: “Lo studio dimostra quanto sia importante per lo sviluppo dei bambini giocare con i propri genitori che scherzano e immaginano insieme a loro, offrendo loro la possibilità di distinguere la differenza tra i due atteggiamenti. Per esempio, se un genitore dice qualcosa come, “Questo non è veramente un cappello!”, i bambini si rendono conto che si tratta di uno scherzo e non di qualcosa di reale, portandoli a evitare di mettere il pollo giocattolo in testa. Ma se i genitori immaginano che un oggetto sia un cavallo, potrebbero sia galopparlo loro stessi che incoraggiare i bambini a fare lo stesso, facendo capire che il blocco è davvero un cavallo nella loro immaginazione“.
Quindi indubbiamente, anche quando giochiamo con i nostri figli, abbiamo un’influenza su di loro.
Ma quali vantaggi queste attività con i bambini porteranno?
Inoltre, se i nostri bambini imparano a scherzare, li aiuteremo a farsi amici, a gestire lo stress futuro, agevoleremo la formazione di un pensiero creativo, spingendoli a pensare fuori dagli schermi.
Quando invece sviluppano l’immaginazione, saranno agevolati nella conoscenza del mondo, nell’interazione con gli altri, nella creatività e nella risoluzione dei problemi.
Insomma, a fare i buffoni con i nostri piccoli, abbiamo solo da guadagnare. Per loro naturalmente. Questo non esclude il fatto che per alcuni genitori giocare in questo modo può essere molto difficoltoso. Ma non fatevi impaurire dai vostri limiti e cercate di essere il più tranquilli e naturali possibili in quanto, come afferma la Dott.ssa Hoicka: “Abbiamo scoperto che la maggior parte dei genitori utilizzano questi atteggiamenti in modo del tutto naturale.”
Lo studio ha anche rilevato che quando i genitori tentano questo approccio buffo con i figli, assumono automaticamente una gamma di stili linguistici, suoni e segnali non verbali caratteristici:
Quindi “Anche se non tutti i genitori si sentono sicuri delle proprie capacità naturali, la ricerca dimostra che sforzarsi di interagire in questo modo con i più piccoli è importante” conclude la Dott.ssa Hoicka “perché anche se i genitori possono sentirsi un po’ stupidi mettendo un giocattolo di pollo sulla loro testa, possono consolarsi ricordando che stanno aiutando i loro bambini a sviluppare abilità importanti per la vita”.
Lo studio ha dimostrato che spesso, facendo i buffoni e i pagliacci, qualcosa ci si guadagna. Un premio non da poco, visto che aiutiamo i nostri figli ad affrontare la vita. Ma se proprio non riuscite a farlo, non sapete come fare, vi sentite goffi e stupidi, ricordate che è un po’ lo scopo finale. E se proprio non trovate nulla di fantasioso e divertente da proporre ai bambini, osservate come fanno gli altri, cosa inventano, come si comportano, non bollate un atteggiamento superfluo e poco importante semplicemente perché non vi riesce e non vi appartiene. Ma sopratutto, giocate il più possibile con loro e vedrete che piano piano, saranno loro stessi a tirare fuori la parte più burlona che portate dentro. Soprattutto per i papà.
E voi unigenitori come scherzate con i vostri figli? E cosa vi piace immaginare?
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