Di recente si è scoperto che la stimolazione cerebrale non invasiva può migliorare le capacità di lettura dei bambini in tempi davvero ridotti.
Presso l’Ospedale Pediatrico Bambin Gesù è in atto questa nuova sperimentazione in collaborazione con il Laboratorio di Stimolazione cerebrale della Fondazione Santa Lucia.
Uno studio pubblicato sulla rivista Restorative Neurology and Neuroscience ha dimostrato che la lettura migliora poiché l’attività cerebrale si modifica.
Infatti nelle aree del cervello dei piccoli dislessici sono state rilevate zone ipoattive.
La ricerca è stata condotta attraverso la stimolazione Transcranica a corrente diretta, una procedura non invasiva che prevede il passaggio di corrente a basso voltaggio.
Queste tecnica viene usata anche per l’epilessia focale e la depressione.
A partecipare alla sperimentazione sono stati:
dislessici, in modo da poter testare i risultati sulla difficoltà di lettura in età evolutiva.
I soggetti erano:
La stimolazione è indolore e viene fornita da un dispositivo portatile, alimentato tramite delle pile e che eroga una corrente continua a velocità molto bassa.
I risultati dello studio
I bambini hanno migliorato del 60% la velocità e l’accuratezza in alcune prova di lettura passando da 0,5 a 0,8 sillabe lette al secondo.
0,3 sillabe di miglioramento al secondo è quanto un bambino dislessico ottiene spontaneamente (senza terapia) in 1 anno.
Per quanto riguarda l’efficacia a lungo termine le competenze si sono dimostrate stabili dopo 1 mese. I ragazzi sottoposti al placebo non hanno mostrato un miglioramento significativo.
“La stimolazione cerebrale non invasiva è infatti una tecnica sicura che può portare a benefici documentati sull’efficacia e l’efficienza del trattamento in un arco di tempo molto più breve rispetto alla terapia tradizionale. Questa ricerca può quindi aprire la strada a nuove prospettive di riabilitazione della dislessia, con una sostanziale riduzione dei tempi, dei costi della terapia e del disagio per le famiglie nel dover sostenere lunghi percorsi di cura e di ridotta efficacia documentata. Va sottolineato che la tDCS non vuole sostituirsi, ma integrare la terapia logopedica tradizionale, tanto che i nostri risultati dimostrano la sua particolare efficacia in combinazione con la terapia tradizionale” dichiara Stefano Vicari, responsabile di Neuropsichiatria Infantile al Bambin Gesù.
Unimamme e voi cosa ne pensate di questi risultati?
In caso di necessità sottoporreste i vostri figli a questo tipo di trattamento?
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