Il rapporto tra padre e figlio, soprattutto nei primi mesi, va costruito delicatamente nel tempo, con la voce quando ancora deve avvenire la nascita, con il tatto mentre va alla scoperta del mondo e necessita del supporto degli adulti.
Quello tra padre e figlio è un legame che, rispetto a quello con la madre che si basa su un rapporto naturale, si basa sulla fisicità di piccoli gesti quotidiani. È un rapporto faticoso da portare avanti ma che regala grandissimi gioie, come racconta il libro Le mani di papà.
Il protagonista principale di queste tenero libro, è un bambino che va alla scoperta del mondo, facendo i primi teneri passi. Vediamo così le mani del papà che accarezzano il pancione della mamma, lo prende in braccio appena nato, lo culla dolcemente, lo aiuta in piscina, lo accompagna nei primi passi fino a quando non è in grado di andare da solo, senza le mani di papà.
In ogni situazione, in ogni piccola avventura che il bambino compie, viene accompagnato dalle rassicuranti mani del papà, simbolo universale del sostegno e del supporto.
Il libro è perfetto per bambini a partire da 18 mesi, cartonato, robusto e con i tipici bordi arrotondati, si presta perfettamente alla lettura e all’osservazione di qualsiasi coppia di papà-bimbo. Edito da Babalibri, Le mani di papà è il perfetto esempio dello stile delicato e unico dell’autore belga, Èmile Jadoul che riesce a trasmettere con i suoi disegni sia l’incertezza e la delicatezza del tocco timido di un papà alle prime armi, ma anche la sicurezza che infonde nei bambini. I disegni, infatti, sono molto semplici ed essenziali, colorati quasi sommariamente, ma ogni figura è circondata da una solida ma non invadente linea nera, come a tenere insieme il tutto. Lo sfondo è totalmente bianco, per indirizzare l’attenzione dei più piccoli sulle immagini. Anche il testo, che è ristretto e molto spesso riporta solamente rumori, sembra quasi di poca importanza, come se fossero dei suggerimenti per la lettura dei papà mentre i bambini sono impegnati ad osservare i delicati disegni che racchiudono già tutte le informazioni necessarie per comprendere l’azione.
Le mani di papà riesce perfettamente a rappresentare il ruolo del papà all’interno della crescita del bambino, indicato da molti pedagoghi. Se infatti alla madre rappresenta il nido, il luogo sicuro, le braccia che proteggono, il padre ha il compito di accompagnare il figlio alla scoperta del mondo, fuori dalla casa, aiutandolo a sperimentare e guidandolo verso l’indipendenza. Due ruoli arcaici, anche se un po’ in disaccordo con l’attuale concezione sulla parità dei sessi, ma che, se accantoniamo il genere specifico, rimangono comunque due compiti assolutamente necessari per la crescita di un bambino: il dentro e il fuori, il conosciuto e lo sperimentabile, il sicuro e l’incerto. Nel libro viene rappresentato perfettamente il ruolo di guida che viene affidato al padre, raccontando questo rapporto in termini di abbandono, scambio, condivisione, protezione, sostegno e apprendimento, portando alla
nei primi mesi di vita.
Questo libro, così, diventa una bellissima avventura da leggere e vivere con il proprio bambino, ma allo stesso tempo, è uno sprono per tutti i papà che vengono stimolati a comportarsi e vivere le stesse esperienze descritte in Le mani di papà.
E voi unipapà, come comunicate, come sostenete, come accompagnate i vostri bambini?