Unimamme, oggi vogliamo condividere con voi la riflessione di una mamma, Stacey Skrysak , nota giornalista americana, che, attraverso il suo blog Perfectly Peyton dà voce alle donne che hanno combattuto l’infertilità, un parto prematuro e la morte perinatale.
“La gravidanza non è solo camminare nel parco. Con un piccolo essere umano che cresce lentamente dentro di te per più di 9 mesi, sei destinata a sentirti a disagio.
Ma mentre la gravidanza sfida il tuo corpo e la tua mente, io chiedo alle mamme di attesa di abbracciare il loro pancione.
Ogni donna ha diritto a lamentarsi, è il loro corpo che sta cambiando. Prima di avere bambini non ero mai nervosa riguardo la gravidanza.
Tre quarti di un anno per diventare delle dimensioni di una balena spiaggiata? Piedi gonfi, mali e dolori? No grazie.
Ma anni dopo, dopo aver attraversato la mia prima e unica gravidanza il mio cuore affonda quando vedo mamme in attesa che pubblicano post con scritto “passata” quando arrivano al terzo trimestre.
Io sono una statistica, una dei milioni di donne là fuori che non hanno avuto una gravidanza perfetta e che darebbero qualsiasi cosa per arrivare a termine con un bambino.
Mi chiedo se non diresti che sono una tripletta di piccoli incidenti. Ho trascorso anni sognando di avere un bimbo, solo per poi dover affrontare l’infertilità.
Dopo che io e mio marito abbiamo saputo di aspettare una tripletta una serie di intoppi medici ha fatto sì che andassi in travaglio a 22 settimane.
E mentre abbiamo avuto un meraviglioso sopravvissuto, a causa del fatto che fossero prematuri, due bimbi della mia tripletta sono morti.
Quindi, non è una sorpresa che io faccia una smorfia quando sento qualcuno che si lamenta del fatto di essere incinta.
Ricordo di aver trascorso diverse settimane a riposare in un letto in ospedale, pregando che la mia tripletta si tenesse forte per qualche altra settimana, anche solo qualche giorno avrebbe potuto fare la differenza.
Alla 20° settimana di gestazione ero già delle dimensioni di una gravidanza giunta a pieno termine e potevo a malapena girarmi da un lato all’altro del letto.
Ho avuto 3 bambini usando la mia vescica come un sacco da box, mi era consentito alzarmi poche volte al giorno, per motivi di salute.
Il giorno in cui sono andata in travaglio mi sono sentita come se mi avessero preso a pugni sulla pancia.
Il dolore delle contrazioni era tenace e i tentativi di frenarlo erano persino più faticosi.
Ma, cosa persino peggiore di tutto quel dolore combinato era quello emotivo, l’insostenibile pena pensando che , molto probabilmente, i miei bambini sarebbero morti.
In quell’istante, mentre il medico mi diceva che dovevo partorire, desideravo tornare indietro nel tempo.
Anelavo poter sentire i miei bambini scalciare e ricordare i giorni senza pensieri quando la mia gravidanza era facile.
I miei bambini sono nati prematuri di 17 settimane.
Così tante donne hanno sperimentato l’infertilità, una nascita prematura o la perdita di un neonato, e in tanti molto probabilmente concorderebbero con me quando dico che spero che più mamme abbraccino la loro pancia piuttosto che preoccuparsi di essa.
Ho avuto anch’io, certamente, i miei momenti di frustrazione, quelle terribili settimane in cui sembravo più gonfia che incinta.
Persino a tre anni di distanza mi prendo in giro per la mia pancia che fa ciac ciac quando la tocco, un problema relativo al post gravidanza che mi accompagnerà per tutta la vita, come quel ciuffo di capelli sul mento che si è dimenticato di andare via quando sono nati i miei bambini.
Ma tengo quelle lamentele ben lontane da Facebook. La gravidanza è un privilegio, e sebbene il mio viaggio sia stato dolce amaro ed emotivo, so quanto sono stata fortunata.
Sono stata benedetta con la straordinaria sensazione di sentire tre bambini crescere dentro di me.
Questo è qualcosa che desiderano tante donne, ma coloro che affrontano l’infertilità potrebbero non avere mai l’occasione di sperimentarlo.
E per quelle donne come me, che hanno avuto i loro bambini prima del previsto, può essere un ricordo doloroso.
Sono stata derubata della mia gravidanza e non ho mai avuto la magica esperienza della sala parto, nessuna foto del momento perfetto di me che tengo gioiosamente i miei bambini.
Invece ho partorito la prima della mia tripletta e l’ho tenuta tra le braccia mentre moriva poco dopo la nascita.
Il caos, la paura e la tristezza è tutto ciò che ricordo, non la bellezza di portare un nuovo bambino in questo mondo.
Non ti chiedo di smettere di lamentarti, ti sto solo dando un suggerimento. Fino a quando ho condiviso il mio viaggio nell’infertilità non avevo capito quante donne lottassero in silenzio.
E non avevo idea di quante famiglie trascorressero la vita nel reparto di rianimazione neonatale finché non mi sono travata anch’io in quel viaggio con la mia famiglia.
Vai avanti e lamentati, la gravidanza è una delle sfide che dovrai attraversare nella vita.
Ma mentre fissi i tuoi piedi gonfi e tendi il tuo petto con acidità, per favore pensa ai tuoi amici e ai conoscenti sui social media.
Mentre potrebbero non tirarlo fuori in pubblico, potresti rimanere sorpresa di quanti di loro stanno pregando per l’opportunità di avere figli in salute.”
Unimamme, voi cosa ne pensate dell’appello lanciato da questa mamma che ha vissuto momenti così drammatici?
Accoglierete i suoi suggerimenti lamentandovi di meno o facendo più attenzione a quello che dite o postate?
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