Un video pubblicato in rete mostra le maestre di suddetto istituto nell’atto di maltrattare i bambini a loro affidati.
Le indagini degli inquirenti vanno avanti già da un anno e dunque pare che tra le loro mani ci siano filmati in cui alcune maestre strattonano e insultano i piccoli per costringerli a mangiare.
A questo si aggiungono fotogrammi che testimoniano come alcuni bambini siano stati lasciati soli, per alcuni minuti, nel corridoio fuori dall’aula o nella sala dormitorio al buio.
Dopo aver osservato minuziosamente cosa accadeva in questo asilo per 40 giorni e aver comunque escluso lesioni ai piccini, le forze dell’ordine hanno deciso di entrare in azione arrestando 3 maestre.
Ai domiciliari per presunti maltrattamenti e abbandono di minore sono finite:
Di queste solo Piera Tinti ha risposto alle domande del gip Marco Bilisari. “Ha risposto a tutte le domande specificando che la sua mansione nella struttura è quella di cuoca” ha sottolineato l’avvocato della donna. L’avvocato ha chiesto che venisse revocata la misura cautelare “perché non ci sono indizi adeguati di colpevolezza” e una misura più lieve che consisterebbe nel divieto di esercitare una professione che porti il contatto con i bambini.
Dopo le preoccupanti segnalazioni di ex dipendenti del nido a chiedere al gip l’installazione dei mezzi di ripresa è stato il procuratore Arianna Ciavattini.
Dalle registrazione effettuate pare che la maggior parte dei maltrattamenti siano avvenuti in refettorio. I piccini erano costretti a mangiare a forza mentre le maestre tenevano la loro testa all’indietro e poi gli chiudevano la bocca con una mano per evitare che sputassero fuori tutto.
In altre occasioni i bimbi venivano presi a schiaffi e a “male parole” (con espressioni come: “brutta”, “zitto”) sempre al momento del pasto.
Tutto il quadro ha quindi mosso il gip a firmare gli ordini di custodia cautelare.
Apprendere che i propri figli erano stati oggetti di abusi ha gettato nella disperazione molti genitori che non se la sono sentita di rilasciare commenti.
Dopo la divulgazione delle immagini il nido è rimasto comunque aperto, ma le mamme e i papà, sconvolti, non vi hanno portato i loro figli. Sono comparse però scritte offensive sui muri.
Ad essere vittime di questo sistema di maltrattamenti erano i bimbi più piccoli e indifesi, tra i 12 e i 24 mesi.
Il procuratore ha spiegato che le educatrici “sottoponevano a maltrattamento materiale e psicologico i bambini di età infantile loro affidati e ponevano in essere condotte violente e vessatorie nei loro confronti”.
“Veniva utilizzato un rigido metodo educativo. Le maestre utilizzavano maniere molto brusche per costringere i bambini a mangiare e nel ‘punire’ i bambini. Quelli particolarmente agitati venivano portati nella sala dormitorio dove venivano lasciati a terra, da soli, costringendoli a stare sdraiati a terra senza alcun controllo, anche per un tempo prolungato“ aggiunge ancora il procuratore.
Le insegnanti afferravano i bambini di peso, li strattonavano, li trascinavano da un parte all’altra e li facevano poi cadere a terra.
Questa storia, chiaramente, riaccende la discussione circa l’installazione delle telecamere diffuse in modo da prevenire e fermare subito simili violenze.
“Con impianti di videosorveglianza diffusi in asili e residenze per anziani potremmo risparmiare anche a uno solo dei nostri bambini o dei nostri anziani situazioni di abuso come quelle che a Grosseto hanno portato all’arresto di tre maestre? ‘Grazie’ al Pd che ha respinto la nostra mozione” per motivi di spesa pubblica, “non lo sapremo forse mai” rincara Stefano Mugnai, capogruppo di Fi in consiglio regionale.
Secondo lui l’installazione delle telecamere costituirebbe un valido deterrente oppure potrebbe diventare materiale di prova in caso di abusi.
Giovanni Donizzetti, sempre di Fi, vuole addirittura sostenere una proposta di legge per subordinare l’accreditamento per asili e strutture sanitarie per anziani all’installazione di sistemi di telecamere che permettano di controllare 24 ore su 24 i luoghi dove vivono e soggiornano persone deboli come bambini e anziani.
“Le persone che si rendono colpevoli di questi atti devono finire in galera senza possibilità di essere scarcerate e invece sappiamo bene, purtroppo, che il nostro sistema non garantisce pene severe e certe, neanche per questo tipo di reato” aggiunge l’esponente di Fi.
Mentre i genitori decidono se intraprendere o meno un’azione collettiva contro l’Albero Azzurro il sindaco di Grosseto e l’assessore alle politiche giovanili hanno invitato i cittadini “a non mettere in discussione la professionalità e la qualità dell’offerta formativa che caratterizza da sempre decine di strutture, nidi e scuole dell’infanzia, private e comunali di Grosseto”.
Naturalmente gli inquirenti dovranno approfondire ulteriormente quanto già in loro possesso per dare giustizia ai piccini.
Unimamme, forse saprete che questo non è il primo fatto di cronaca simile che vi riportiamo.
Nessuno vorrebbe che accadano avvenimenti simili, ma purtroppo succedono. Per aiutare i genitori di bambini e i piccoli che hanno subito questo tipo di violenze vi segnaliamo una Onlus come La via dei colori che potrà aiutarli a superare questo momento.
Voi cosa ne pensate dell’idea di installare telecamere per sorvegliare le maestre e i bimbi?
Lo giudicate un deterrente sufficiente?
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