Esiste infatti un test somministrato solitamente alle donne che hanno un alto rischio di partorire prematuramente che sembra in grado di anticipare se il travaglio inizierà nella settimana successiva dopo aver raggiunto il termine della gravidanza.
Questo test usa gli ultrasuoni per misurare la lunghezza della cervice. Fino a questo momento però, non è stato chiaro se potrebbe funzionare anche su donne che non sono a rischio di parto prematuro.
Le donne che raggiungono il termine potrebbero avere una cervice più corta rendendo il test inutile in quanto segnale di un travaglio imminente.
Cinque precedenti studi hanno dato risultati contrastanti, ma la meta analisi di Vincenzo Berghella della Thomas Jefferson University in Pennsilvanya ha dimostrato che questa tecnica funziona anche dopo 9 mesi, almeno nei casi in cui una donna aspetta un solo figlio e questo è posizionato a testa in giù pronto per nascere.
Bisogna inoltre ricordare che la cervice di una donna è lunta 3-5 cm.
Secondo i ricercatori di Berghella quando questa si restringe di 1 cm c’è più dell’85% di possibilità di partorire nei successivi 7 giorni.
Ma mentre la data del parto si avvicina, se la cervice è ancora più di 3 cm. le chances si partorire la settimana successiva si riducono del 40%.
Naturalmente questi studi non servono solo ad alleviare le ansie materne e paterne sul parto, ma potranno essere utilizzati per migliorare il monitoraggio della salute di mamma e piccolo.
Unimamme, voi provereste questo test?
Noi vi lasciamo con un simpatico grafico per stimare la dilatazione della cervice durante il travaglio.
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