Dopo 14 aborti spontanei e 2 gravi lutti una mamma abbraccia il suo “miracolo”

Aborti spontanei e lutto perinatale, li conosce bene una mamma di cui oggi vogliamo raccontarvi la storia.

Questa donna non si è arresa in un momento molto difficile continuando a nutrire la speranza di poter realizzare il suo sogno di maternità nonostante molti ostacoli.


famigliaMaria Pridmore
è una mamma che, durante 13 lunghi anni, ha affrontato 14 aborti spontanei, il parto di un bimbo morto e la perdita di una piccola a due settimane di distanza dal parto.

Una donna affronta anni di aborti spontanei e lutti ma non smette di sperare

Lei e il partner John Foran sognavano fin dall’inizio di avere una bella famiglia ma ogni volta che Maria rimaneva incinta subiva un aborto spontaneo “è stato orribile. Continuare a dover affrontare quell’esperienza di nuovo era pura agonia”.

Questa coppia non ha perso però la speranza anche se, a lungo andare, la situazione li ha messi a dura prova come partner.

Quando finalmente sembrava che una gravidanza fosse andata quasi a buon fine la loro bimba: Shannon, è morta nell’utero.

Sei anni dopo questo evento è venuto alla luce Kia, un prematuro che purtroppo non ce l’ha fatta ed è morto due settimane dopo la nascita.

Il dramma ha avuto gravi ripercussioni sulla salute di Maria Pridmore e lei ha avuto due ictus prima di raggiungere i 30 anni.

Ormai questa aspirante mamma e il suo compagno stentavano a poter pensare di avere figli, quando è accaduta una cosa inaspettata.

Maria ha scoperto di essere nuovamente incinta.

article-2110964-120CA429000005DC-960_634x470“Sono rimasta un po’ sconvolta, non osavo più sperare che avrei potuto avere un lieto fine”.

Anche questa volta la gravidanza si presentava difficile, Maria aveva infatti la pre eclampsia e lo streptococco B, due combinazioni potenzialmente letali che causano grumi di sangue nella placenta impedendo al piccolo di nutrirsi. C’era il rischio di un aborto spontaneo.

Così a Maria è stato consigliato di prendere un’aspirina al giorno per rendere le sue piastrine più lisce e impedire loro di formare dei grumi.

La donna ha ricevuto anche iniezioni, due volte al giorno, di una sostanza: il Clexane, per assottigliare il sangue.

Infine le è stato ordinato il riposo assoluto e il divieto di muoversi se non per andare a fare i controlli in ospedale.

La figlia di Maria e John è nata con un parto cesareo d’emergenza perché nel frattempo erano sorte altre complicazioni.

La piccina è sana ed è la gioia dei suoi genitori.

“Non riesco a esprimere a parole quello che ho provato, non mi compensa per ciò che è accaduto, ma lo rende un po’ più facile. Mi ha dimostrato che non bisogna mai perdere la speranza”.

Unimamme voi cosa ne pensate della determinazione di questi due mamme e papà?

Poter stringere tra le braccia la loro piccina allevierà tutte le traversie vissute?

Noi vi suggeriamo di leggere la storia di un’altra mamma: Sarah, che è stata aiutata a coronare il suo sogno dall’aspirina.

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