Il momento in cui perdere la verginità non è influenzato solo dal tipo di società in cui si vive, dall’educazione e dalle amicizie, gli scienziati infatti hanno scoperto che il DNA riveste un ruolo nel determinare l’età in cui ciò avviene.
Perdere la verginità: la scienza dice quando
Tra le componenti che influenzano l’età in cui si perde la verginità vi sono:
- credenze religiose
- sfondo famigliare
- pressione degli amici
John Perry, professore di età riproduttiva e di condizione di salute ad essa connesse dichiara: “per la prima volta siamo stati capaci di calcolare che esiste una componente ereditaria del 25%, quindi 1/4 natura e 3/4 educazione”.
Tra le 38 sezioni di DNA che si è scoperto influenzare l’età in cui le persone fanno sesso per la prima volta, c’erano dei geni che guidano la riproduzione biologica, come il rilascio degli ormoni del sesso e l’età della pubertà.
Una variante di questi geni, chiamata CADM2 è legata a un inizio precoce della vita sessuale, con un alto rischio di comportamenti pericolosi e di avere numerosi figli.
Un’altra versione del gene: MSRA è stata invece trovata nelle persone che perdono la verginità più tardi della media, ed è stato legato all’irritabilità.
Lo studio, riportato su Nature Gentics menziona un’altra variante genetica legata a capelli rossi e lentiggini sulle donne, ma non sugli uomini, le quali perdono la verginità più tardi degli altri.
La ricerca è stata condotta su:
- DNA di più di 125 mila persone
- avevano tra i 40 e i 69 anni
- le persone avevano, in media, perso la verginità a 18 anni
- con una lista di 38 regioni genetiche la squadra ha verificato i loro effetti su altri 250 mila uomini e donne dall’Islanda all’America
La pubertà precoce, spesso causata da una cattiva nutrizione e da obesità infantile, ha un effetto minimo ma diretto sull’età in cui le persone perdono la verginità e l’età del primo figlio.
“Si suggerisce che la pubertà precoce influenzi un precoce inizio del sesso, che comporta anche altre conseguenze come: gravidanze precoci, avere più bambini, risultati scolastici più bassi” sottolinea George Davey Smith, epidemiologo della Bristol Univerity.
Secondo lui questo ultimo studio ha mostrato come la pubertà precoce sia una causa e non solo un riflesso di sottostanti fattori come la classe sociale.
Anche Ewan Birney, co direttore dell’European Bioinformatics Institute aggiunge che si tratta di uno studio interessante che cerca di sbrogliare cause e conseguenze di un comportamento umano molto complesso.
Inoltre si può tracciare l’impatto di questa scelta nel futuro delle persone con meno preoccupazioni riguardo le confuse correlazioni di cause e conseguenze.
Unimamme, cosa ne pensate di questa ricerca? Voi parlate di questo argomento coi vostri figli adolescenti?
Noi vi lasciamo con un interessante articolo circa l’educazione sessuale.