Unimamme, oggi vi raccontiamo una bellissima storia che vede protagonista una mamma che non ha mai perso la speranza.
“Io rimasi sconvolta, non mi ero mai accorta di questa condizione prima di allora, perché le differenze erano solo interne. Tutte le mie amiche avevano cominciato ad avere le mestruazioni io avevo solo crampi allo stomaco e niente altro”.
Quando i dolori sono aumentati la mamma l’ha condotta da un medico che le ha detto che aveva una cisti ovarica.
Otto mesi dopo le si è rotto l’utero mentre era in bagno. Ha sentito uno scoppio e ha capito che qualcosa dentro di lei era scoppiato.
“Ero agonizzante, c’era tantissimo sangue e sono corsa in ospedale dove i dottori mi hanno esaminato e mi hanno diagnosticato l’utero didelfo”.
A causa di ciò il flusso mestruale si era bloccato ed si era ingrossato fino alla taglia di 12 cm.
Nel giro di poco tempo Fayeè stata operata per ridurre i due uteri a uno e impedire una nuova rottura. “Dopo la diagnosi mi hanno avvertita che sarebbe stato difficile concepire dal momento che gli organi riproduttivi erano la metà di quel che avrebbero dovuto essere, rendendo l’impianto più difficile”.
L’utero didelfo causa aborti spontanei ricorrenti e, in casi estremi, fa sì che una donna possa rimanere incinta in entrambi gli uteri allo stesso tempo e che i bambini nascano in giorni diversi.
Dopo 5 aborti spontanei la Wilkins aveva quasi rinunciato all’idea di avere figli.
Nel 2008 però è riuscita a passare le 12 settimane di gravidanza. Le hanno detto che la figlia si trovava nell’utero sinistro, così si è fatta mettere dei punti alla cervice per impedire un parto prematuro.
“Diversamente da tante mamme rimanere incinta è stato molto difficile per me e ho imparato a non festeggiare per le novità”.
“Per fortuna la mia primogenita, Molly, era una piccola combattente e ha resistito finché ha potuto prima di nascere con parto cesareo 7 settimane e due giorni prima”.
“Mi sono separata da suo padre durante la gravidanza perché volevamo cose diverse ma quando i dottori me l’hanno data in braccio sono stata molto felice di essere diventata, finalmente, una mamma”.
Quando ha avuto la sua seconda gravidanza ha preso degli steroidi per aumentare la crescita di George, che è nato 7 settimane e 2 giorni prima del previsto.
Faye Wilkins non si è mai vergognata di parlare della sua condizione e condividere la sua storia.
“Sono sempre stata diretta e sincera con gli uomini che ho frequentato. Volevo che sapessero che poteva capitare che non potessi concepire e l’utero didelfo è parte di ciò che sono”.
“Avere l’utero didelfo non ti rende meno donna, i tuoi organi interni si sono formati in modo leggermente diverso”.
La Wilkins aggiunge che, a parte questo e avere un rene solo, ha vissuto una vita tutto sommato normale.
“Voglio sollevare consapevolezza dal momento che molti medici professionisti ignorano questa condizione e rimango sempre stupita di quanto poco ne sappiano le persone e a quante strane domande devo rispondere”
Il professor Keith Edmonds, ginecologo consulente in un ospedale di Londra dichiara: “un’operazione chirurgica per unire le due vagine è spesso necessaria e ha successo, non c’è invece motivo di cercare di unire i due mezzi uteri perché funzionano perfettamente come sono”.
La storia di Faye e dei suoi bambini ci illumina davvero sul potere della speranza.
Voi unimamme cosa ne pensate della determinazione di questa donna e di affrontare la sua condizione?
Noi vi lasciamo con la storia altrettanto commovente di una donna nata senza utero.
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