Il caso recente di Legnano, nel quale una ragazzina autistica è stata esclusa dai compagni di classe perché non volevano dormire con lei in gita, purtroppo non è un fatto isolato, qualcosa di simile e, anzi, ancora più preoccupante, è accaduto anche a Isernia e ancor prima a Livorno.
Isernia: Luigi, 15 anni, va a scuola ma non trova nessuno
Mentre a Legnano, colpisce l’atteggiamento dei ragazzi compagni di scuola e di alcuni genitori, a Isernia un ragazzo di 15 anni, Luigi, è arrivato a scuola ma ha trovato la sua aula vuota. La sua classe era andata in gira senza avvisarlo, come riportato da Il Fatto Quotidiano.
“Ieri mia moglie ha portato Luigi a scuola trovando in classe solo l’insegnante di sostegno. Ha chiesto spiegazioni e ha appreso che gli altri erano in gita nella vicinissima Venafro per visitare alcuni luoghi di interesse storico e che noi, la famiglia di Luigi, non eravamo stati avvisati. Questo fa molto male. Parlo da genitore, da uomo e a nome di figlio che, purtroppo, non può esprimere le sue emozioni. Se ho deciso di raccontarlo all’Ansa è perché voglio che non accada più in futuro, né a mio figlio né agli altri”.
Il dirigente scolastico ha riconosciuto l’errore chiamando in causa una mancata organizzazione alla quale è conseguita una mancata comunicazione, e definendo il tutto “un errore in buona fede”
Un errore che purtroppo ha ferito profondamente un ragazzo, già fragile, e la sua famiglia.
Livorno: Giulio, 14 anni, resta in classe da solo con l’insegnante di sostegno
A Livorno, invece, è accaduto che un ragazzo 14enne, Giulio, anch’egli autistico, sia dovuto restare in classe da solo perché i compagni sono andati tutti in gita. In questo caso la comunicazione alla famiglia è stata data, ma in palese ritardo.
La mamma racconta al Fatto Quotidiano che “erano tutti in gita ma noi non sapevamo nulla. O meglio, ce lo ha detto l’insegnante di sostegno solo mezz’ora prima che Giulio arrivasse a scuola“.
La scuola in questo caso parla di difetto di comunicazione: il Consiglio di Classe ha ritenuto che la gita non fosse adatta a Giulio, ma non ha comunicato la decisione alla famiglia. Il padre dice che è già la terza volta che succede che il figlio non partecipa a una gita con la classe, ma nelle due volte precedenti almeno la famiglia era stata informata.
Su Facebook, per Giulio, è stata lanciata una campagna #iosonoGiulio da un amico di famiglia, genitore anche lui di un figlio autistico, per sensibilizzare maggiormente la comunità nei confronti di questi ragazzi.
I genitori di Giulio credono alla buona fede, non vogliono sporgere denuncia, però è giusto che si parli di queste situazioni.
E voi unimamme, che ne pensate di questi 2 casi? Voi come avreste reagito se fosse stato vostro figlio ad essere lasciato a casa?
Sperando che parlarne possa aiutare davvero a relazionarsi in maniera più inclusiva e comprensiva verso questi ragazzi e le loro famiglie, noi vi lasciamo con una lettera che vi rincuorerà, mostrandovi come esistano persone, in questo caso un’insegnante, che possono davvero fare la differenza!