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L’accettazione di sé come chiave per essere felici in “Frozen” (VIDEO)

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Andrea Mondati

Capire come si è fatti, cosa ci muove e come relazionarsi alla proprie capacità ed emozioni, non è mai facile. Impieghiamo anni per compiere questo grande lavoro di autoanalisi, a volte una vita intera, a volte senza successo. Sarebbe tutto più semplice se imparassimo ad accettarci come siamo, con i nostri limiti e difetti, puntando sulle nostre qualità ricordando che siamo perfetti così come siamo. Immaginate ora quanto sia difficile spiegarlo ai nostri figli, che si trovano di fronte a un corpo e una mente in costante evoluzione, una vita piena di novità con cui spesso fanno fatica a relazionarsi. Con Frozen, però tutto può essere più semplice.

Elsa, la principessa primogenita di un regno del nord, fin da piccola ha il potere magico di comandare neve e ghiaccio. Purtroppo, però, è terrorizzata da questo potere che non riesce a gestire totalmente, rischiando di fare del male anche alla sua sorellina Anna. Decide quindi di isolarsi dal mondo, allontanando anche l’amata sorella. Quando, dopo la morte improvvisa dei genitori, viene incoronata regina, Elsa non riesce a controllare il suo potere, facendo cadere il suo regno in un inverno senza fine. L’isolamento dentro la sua stanza, stavolta, non è più sufficiente. Deve allontanarsi da tutto e tutti, fuggire per non fare più del male a nessuno. Anna, però, non accetta la decisione della sorella e decide di partire per riportarla indietro. Durante il viaggio troverà nuovi amici come Kristoff e la sua renna Sven o il buffo pupazzo di neve Olaf, che l’aiuteranno a salvare la sorella dai cattivi usurpatori del trono che, nascondendo la propria cupidigia dietro il bene del regno, cercheranno di uccidere Elsa. Un viaggio che, in modi differenti, porterà le due sorelle a scoprire molte cose su loro stesse, caratteristiche e potenzialità che avevano tenuto nascoste al mondo circostante.

Il film della Disney-Pixar Frozen, ispirato alla fiaba “La regina delle nevi” di Andersen, non delude le aspettative sulla famosissima coppia che tanto ha donato al mondo dell’animazione in questi anni. Oltre al tema della famiglia e della personalità, il film stupisce per l’altissimo livello tecnico con cui è stato realizzato: distese immense di neve, tormente colme di candidi fiocchi e paesaggi immensi e stupefacenti. Anche escludendo la storia dal contesto, il film rimane un capolavoro frutto di un eccezionale talento.

La trama, comunque, inserisce elementi assolutamente innovativi rispetto alle costruzioni più classiche. La tipica principessa in pericolo non viene salvata dall’intervento provvidenziale del principe di turno. Innanzitutto, siamo di fronte a una regina, un ruolo più maturo, che narra perfettamente il viaggio interiore di Elsa, una ragazza che sta crescendo e che deve fare i conti con le responsabilità che incontra nel cammino della vita e le sue capacità. Anche Anna rifiuta palesemente l’aiuto delle figure maschili presenti nel film, convinta di poter riuscire con le sue sole forze a salvare la sorella. Questa delicata arroganza che la ragazza possiede, si dimostrerà molto pericolosa, come accade sempre quando si fa troppo affidamento sulle proprie capacità, dimenticando che chiedere aiuto non vuol dire dimostrarsi deboli. Dopotutto, la forza più potente a disposizione delle due sorelle per superare i propri limiti e riuscire ad accettarsi, era proprio di fronte a loro: il loro legame, come raccontato anche in un tenero video che racconta la storia di 2 sorelle, di cui una malata.

Da questo punto di vista, il film Frozen può spiegare in maniera molto semplice ai nostri figli, come crescere e imparare a conoscersi sia un viaggio difficile ma obbligatorio. Questo non vuol dire che alla fine del percorso, una volta accettati i propri limiti, non si possa essere felici, anzi. Proprio grazie alla presa di coscienza delle proprie potenzialità, si potrà confidare nelle qualità degli altri, intessendo relazioni significative.

Per noi genitori, invece, il messaggio fondamentale viene trasmesso già nelle prime battute del film. I genitori di Elsa e Anna, spaventati dai poteri della primogenita e incapaci di gestirli, la lasciano chiudersi in un mondo fatto di paura e privazioni. Inutile dire quanto l’atteggiamento sia sbagliato. Il ruolo di un genitore dovrebbe proprio essere quello di guida e supporto sicuro, su cui i figli possono contare per comprendere che non c’è nulla di sbagliato in loro. Perché anche ciò che non riescono ad accettare, valutandolo come una privazione, un difetto, un errore, può dimostrarsi un punto di forza da sviluppare e su cui lavorare. Così da poter riuscire ad accettarsi e vivere felici con sé stessi.

Ed ora, guardate nel trailer tutti i personaggi che vivono nella storia di Frozen.

E voi unigenitori, quali difetti non riuscite ad accettare? E come aiutate i vostri figli a conoscersi e scoprire i propri limiti?

Andrea Mondati

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