Perché anche se non le consideriamo come tali, le unghie dei bambini sono delle armi eccezionali, affilate più di un rasoio, che hanno sfigurato e continueranno a farlo, intere generazioni di neo genitori alle prime armi e intere schiere di parenti inconsapevoli che dietro l’aspetto angelico dell’adorato frugoletto, si nasconda l’indole e la precisione di un vero killer.
Io ne sono il diretto esempio in quanto posso ancora sfoggiare sulla fronte una cicatrice, ricordo indelebile dall’artigliata del mio nipotino di 8 mesi, provocata qualche anno fa. Avevo inconsapevolmente avvicinato il mio volto al suo, per un piccolo e tenero bacio. Invece, vedendo il mio faccione barbuto e minaccioso, sentendosi attaccato, si era difeso colpendomi al volto. Un colpo secco dall’alto verso il basso, sottile ma letale, che mi aveva spinto ad allontanare il volto istantaneamente. Quando poi mi voltai ancora sofferente per accertarmi che fosse stato realmente lui, lo trovai a fissarmi interrogativo, come a volermi dire: “Ne vuoi ancora un po’?”. Forse sarebbe il caso di tagliargli le unghie?
Possiamo poi dimenticare i loro denti da latte? Suppellettili temporanee, destinate a cadere e a venire rimpiazzate da altri, ma non per questo meno resistenti e letali. Tutti i genitori attendono con paura il momento della crescita dei primi dentini, convinti che la parte più dura sia la fase intermedia dentro/fuori. In quei giorni, infatti, il tenero angioletto è nervoso, ha la febbre, il sederino rosso e le gengive gonfie, situazione che comporta attacchi a sorpresa totalmente ingiustificati per mezzo delle loro unghie, tanto per cambiare. Genitori inesperti possono pensare che la fase più dura passa nel momento in cui l’agognato dentino riesce a venir fuori. In realtà, è da lì che tutto ha inizio.
I denti verranno considerati come un nuovo arto, utilizzabili per gli scopi più disparati: testare la differenza di solidità e consistenza dei mobili più bassi, assaporare il gusto di scarpe e vestiti e naturalmente per capire quanta pressione è necessaria affinché sulla mano di papà e mamma rimanga il segno di un morso. Mio figlio li usa come trasportino mentre gattona, avendo le mani occupate per spostarsi. Lo vediamo quindi girare per il salotto a quattro zampe, mentre in bocca tiene il suo orsetto preferito. Naturalmente le più svantaggiate sono le mamme che, nel caso in cui allattino ancora alla nascita di questi terribili utensili, si trovano a dover mettere una parte sensibile come il capezzolo, proprio all’interno di quella morsa inesorabile. Le classiche metodologie per far loro mollare la presa, come solleticare il naso, non sempre funzionano e quindi non rimane che sopportare nel silenzio e dolore.
Per alcuni di voi, questo ragionamento potrà sembrare esagerato, ma posso dirvi che da un po’ di tempo, metto in bocca a mio figlio il nocchino del dito con la stessa cautela con cui metterei la mano nella fauci spalancate di un leone. Genitore avvisato, mezzo sfigurato.
Inoltre so per certo che non sono l’unico a pensarlo: due papà americani che hanno un blog molto simpatico, How to be a dad, hanno addirittura realizzato dei poster sulle armi improprie dei bambini.
Partiamo dalle unghie:
LE PIU’ LETALI ARMI DA TAGLIO
Ma veniamo ai denti:
LE PIU’ FEROCI ZANNE
E voi unigenitori siete mai stati feriti dal vostro tenero bambino?
Noi vi lasciamo con 11 consigli per tagliare le unghie dei bambini.
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