Per molti ricercatori si verifica una tenuta sul lato sinistro quando la testa del neonato è posizionata a sinistra rispetto alla linea centrale del corpo di chi lo tiene, indipendentemente dalla mano utilizzata o dal modo di tenere. In altri casi, quando per esempio un neonato è tenuto sul lato sinistro ma con la mano destra, questo viene considerato un criterio determinante per il lato di tenuta. Tuttavia considerare la mano con cui si tiene è importante solo ai fini di una ricerca che collega il tenere con la manualità.
Gli studi condotti hanno messo in evidenza le varianti nel modo di tenere un neonato in relazione a:
Partiamo dal genere: molti studi hanno riportato una preferenza per il lato sinistro sia per le femmine che per i maschi tuttavia i partecipanti maschi esprimono una preferenza uguale o più debole rispetto alle donne. Sarebbe azzardato avanzare che il sesso di chi tiene è l’unico fattore responsabile di queste differenze. Infatti alcuni fattori pratici come le abilità nel prendersi cura o alcuni fattori psicologici come le specializzazioni dell’emisfero potrebbero essere coinvolti nella scelta del lato sinistro.
Per esempio potrebbe essere che gli uomini non tengono abbastanza spesso un neonato da sviluppare una preferenza laterale, al contrario delle donne che lo fanno frequentemente.
Oggi diversi studi sono mirati a esaminare più approfonditamente le tendenze dei papà in relazione ai diversi contesti, visto la loro importanza nella relazione emotiva con il neonato.
Circa l’età, la preferenza per il lato sinistro non è una caratteristica specifica degli adulti.
De Chateau, Andersonn, Manning e Chamberlian hanno mostrato come la tendenza a preferire il lato sinistro sia presente nelle bambine e nei bambini sopra i 6 anni. Queste ricerche dimostrano che non è necessario essere genitori per manifestare una LSB.
La specie umana non è la sola a manifestare una preferenza per il lato sinistro, anche in alcune specie di scimmie è stata notata la LSB.
L’idea che gli esseri umani preferiscono tenere i neonati sul lato sinistro è ormai ampiamente accettata e una molteplicità di studi a partire da Salk, il primo studioso che negli anni sessanta tentò di dare spiegazioni al fenomeno, ha portato contributi per la comprensione di questo comportamento.
Il problema quindi è trovare l’origine di questo fenomeno, in quanto molteplici fattori giocano un ruolo fondamentale nel determinare questa preferenza.
A riguardo sono state avanzate varie ipotesi e ognuna ha ricevuto diversi livelli di supporti empirici
Molti adulti preferiscono tenere i neonati sulla sinistra in modo da lasciare libera la mano dominante, la destra per il 90% delle persone. Lasciando libera la mano destra è possibile:
Siccome una maggiore percentuale di persone è destra, è stata osservata una preferenza per il lato sinistro. Questa ipotesi però non ha trovato conferma nei test perché:
Visto che l’ipotesi della manualità non spiegava la preferenza per il lato sinistro, Salk suggerì un’ipotesi alternativa in relazione all‘effeto calmante del battito cardiaco sui neonati.
Le mamme preferirebbero tenere i neonati sul lato sinistro del petto in modo che sentano meglio il battito cardiaco che ha su di loro un effetto calmante.
Per confermare questa ipotesi Salk mostrò che neonati sottoposti all’ascolto del battito cardiaco registrato piangevano meno di quelli che non lo erano. L’ipotesi però per essere completamente accettata dovrebbe prendere in considerazione anche quelle mamme che hanno il cuore posizionato sul lato destro.
Solo uno studio, condotto da Todd e Butterworth, ha osservato una madre affetta da destrocardia ed è emersa una preferenza per il lato sinistro. Al contempo è veramente difficile raccogliere partecipanti affetti da destrocardia per confermare l’ipotesi. Quindi anche questa risulta non completamente testata.
Una delle principali difficoltà nell’investigare riguardo le cause delle preferenze di lato sta nel determinare quale parte del comportamento è determinata dal neonato e quale da chi tiene. Nell’ipotesi della manualità è chiaro che il comportamento era dovuto a una comodità posturale di chi tiene.
Nell’ipotesi della rotazione della testa, avanzata nel 1979 da Ginsburg, Fling, Hope, Musgrove e Andrews, chi tiene sceglierebbe su quale lato posizionare il neonato in base alla direzione in cui lui preferisce girare la testa.
Quindi la maggior parte delle mamme terrebbe i neonati a sinistra, perché al neonato piace girare la testa a destra. La scelta del neonato sarebbe mirata a migliorare l’interazione visiva con la mamma.
Questa ipotesi ha ricevuto un forte supporto da uno studio condotto da Ginsburg nel 1979, questo autore mostrò che
Certamente questo non spiega le preferenze del tenere per tutte le mamme (solo due su tre mostravano una preferenza per il lato sinistro) e soprattutto non spiega le preferenze del tenere osservate con le bambole, che non hanno preferenze nel girare la testa.
Il fatto che gli umani mostrano una preferenza sul lato per tenere potrebbe essere correlata alla specializzazione degli emisferi. Manning e Chamberlain hanno suggerito che questo comportamento potrebbe essere dovuto alle asimmetrie nella percezione delle emozioni. Prima di tutto questi autori hanno supportato una proposta teorica in favore di una maggiore implicazione dell’emisfero destro nei processi di natura emotiva, specialmente nella percezione delle emozioni. Quindi gli stimoli emozionali sarebbero percepiti meglio nei campi uditivo e visivo del lato sinistro , di conseguenza le mamme preferirebbero tenere il neonato a sinistra in modo da percepirne meglio le emozioni.
Una variante dell’ipotesi, proposta da Harris nel 2001, suggerisce che i processi di attenzione piuttosto che quelli emozionali sarebbero responsabili di una migliore percezione degli stimoli nel campo visivo sinistro. Queste due ipotesi sono compatibili e mirano ad un unico punto di arrivo ossia portare in evidenza le implicazioni dell’emisfero destro nel determinare il modo di tenere i bambini.
L’ultima proposta in realtà non è un’ipotesi ma la scoperta di una interessante relazione tra una preferenza a tenere il neonato sul lato destro e una presenza di sintomi di depressione nella madre.
Weatherill ha osservato in gruppi di mamme di bambini di un anno una tendenza a cullare sul lato destro per le mamme depresse e una significativa LSB per le mamme non depresse.
Di recente Vauclair e Scola hanno confermato questi risultati. Il ruolo della depressione materna sui meccanismi di lateralizzazione può essere spiegato come segue. Si è scoperto che la depressione induce a una disfunzione dell’emisfero destro, che in alcuni casi può essere caratterizzata da un campo visivo più debole sul lato sinistro. Dal momento che la ricerca è basata su un legame tra depressione e preferenze nel tenere il neonato, la proposta degli psicologi si riversa sulle conseguenze di una preferenza del tenere sul lato destro e non più sull’origine delle preferenze nel tenere il neonato.
Donnot, Vauclair e Brejard hanno ammonito a non sovraccaricare troppo la correlazione, tanto da far risultare patologica una madre che mostra una preferenza a tenere a destra solo perché ci sia un alto rischio di essere depressa. Questi autori hanno mostrato come la correlazione tra depressione e preferenza del lato destro era ovvia per le mamme che allattavano con il biberon, mentre non è stata trovata correlazione nelle mamme che allattavano al seno.
È stata proposta un’ipotesi alternativa nei casi in cui lo stress piuttosto che la depressione influenza la preferenza di lato nel tenere il neonato. Il fatto che la diade mamma-neonato sia sottoposta a situazioni stressanti più di frequente che a stati depressivi della mamma, implica una variabilità più grande nelle preferenze del tenere.
La questione richiede di considerare se la tendenza a scegliere il lato destro sia determinata da una situazione stressante oppure da un temperamento della mamma tendente allo stress. È importante conoscere le variabili psicologiche per comprendere l’origine del comportamento.
Sono state presentate diverse ipotesi che possono servire a fornire potenziali spiegazioni sulle preferenze nel modo di tenere i neonati, ognuna ha ricevuto un supporto empirico quindi questo ci induce a pensare che le cause che determinano il modo di tenere i neonati siano molteplici.
Secondo Donnot e Vauclair quindi:
“L’origine del comportamento è multifattoriale”.
I diversi contesti possono generare vari comportamenti nel tenere. Per esempio una madre può tenere il neonato per allattarlo, per spostarlo, per calmarlo o per giocare con lui. In ogni contesto la natura delle interazioni è differente e chiaramente possono essere coinvolti diversi fattori. C’è bisogno di portare gli studi a identificare quali fattori entrano in gioco a seconda del contesto in cui è tenuto il neonato.
Inoltre preso atto del fatto che l’origine del comportamento ha spiegazioni:
i ricercatori ora stanno portando avanti i loro studi considerando la relazione madre/bambino, senza dividere l’attenzione sull’uno o sull’altro.
Donnot e Vauclair hanno proposto la distinzione tra due tipi di relazioni basate sul modo di tenere:
Nella relazione di base chi tiene non ha ancora abilità avanzate nel prendersi cura del neonato, ad esempio uno studente con una bambola.
Nel caso di un rapporto in cui a tenere è la madre siamo in presenza di una relazione avanzata (in genere), in cui la mamma ha acquisito abilità nel prendersi cura del figlio e può adattare i suoi comportamenti in relazione alle sue necessità.
Gli studi sul tenere i neonati non sono ancora numerosi, ma i ricercatori mirano a rendere questi studi ancora più precisi e dettagliati.
Sicuramente già questa molteplicità di ipotesi rappresentano un grande spunto di riflessione per noi mamme, dandoci maggiore consapevolezza su un gesto che spesso facciamo inconsciamente e che ha per noi e il nostro bambino un profondo valore.
Voi unimamme come tenete il vostro neonato? Vi rispecchiate negli esempi portati?
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