Tutti quanti conoscono lo stile d’interrogatorio della polizia più famoso al mondo: poliziotto buono – poliziotto cattivo. Durante l’interrogatorio di un sospettato, un poliziotto si dimostra particolarmente duro mentre l’altro particolarmente gentile.
Quello che non molto spesso si comprende, è che questo stile si ripete all’interno della coppia di genitori quando si relazionano con i propri figli. Quante volte ci si rinfaccia “Mi fai sempre fare la parte del cattivo”, piuttosto che “sei troppo tenero/a con il bambino!”. Sono ruoli che in qualche modo servono all’interno di una famiglia. La mamma più accondiscendente e il papà più severo, piuttosto che il secondo più giocherellone e la prima più ligia al dovere. Questa è anche la modalità all’interno della quale siamo cresciuti tutti quanti e se ha funzionato per noi, perché non ripeterla con i nostri figli?
Un recente studio, però, ha dimostrato che quando questi atteggiamenti sono molto amplificati, decisamente agli estremi l’uno dall’altro, possono avere effetti negativi sulla salute del bambino.
Thomas Scholfield è un assistente professore alla Iowa State University. Con alcuni suoi colleghi, ha deciso di confermare una sua intuizione relativa all’educazione dei figli: quali effetti hanno diversi atteggiamenti di relazione familiare sulla salute dei bambini. Per approfondire questo concetto, Scholfield e soci hanno seguito 451 famiglie in cui erano presenti due genitori e figli che si trovavano in seconda media nel 1989. Anche se il campione era piuttosto omogeneo, ha comunque fornito dei dati interessanti.
I ricercatori hanno eseguito due visite:
- nella prima, i membri della famiglia dovevano semplicemente riempire un questionario sulla condizione economica della famiglia e la personalità di ogni persona;
- nella seconda visita, effettuata nell’arco di due settimana dalla precedente, i genitori sono stati videoregistrati durante normali interazioni.
I risultati sono stati molto interessanti. Dai dati raccolti sono stati esclusi quegli atti isolati, non appartenenti a un atteggiamento generale e ripetuto, poiché intenzionati a scovare le ripercussioni sui bambini delle azioni dei genitori che potevano essere definiti duri o amorevoli:
- ogni genitore è stato categorizzato come duro, quindi tendente a “parlare in modo antisociale o inflessibile, costringere il bambino, cercando di sminuirlo”,
- oppure amorevole quando “li ascolta, li afferma, da importanza alla loro opinione”.
Dopo questo primo approccio, lo staff ha continuato a monitorare le relazioni familiari man mano che i bambini crescevano, effettuando registrazioni quando avevano 12, 13, 14, 15, 17, 18, e 20 anni, prestando particolare attenzione alla misurazione dello stato fisico generale e all’indice della massa corporea dei bambini/ragazzi.
Ciò che è saltato subito agli occhi, e che era facilmente intuibile, è che quando i bambini crescono in un ambiente con uno dei due genitori autoritario, possiedono livelli di stress molto più alti e sviluppano una serie di disturbi fisici variegati. Il dato che ha stupito, però, è quello che dimostrava come, in quelle famiglie dove a un genitore particolarmente autoritario si contrapponeva uno particolarmente amorevole, i disagi nei ragazzi erano ancora più gravi. Risultato che ha aperto numerosi interrogativi.
Secondo Scholfield, questa grande differenza di atteggiamento dei genitori crea una forte ed importante situazione di incoerenza per il bambino, che ne aggrava la situazione di stress. Questo perché, proprio come avviene in ogni essere umano, l’incertezza e l’imprevedibilità costante delle situazioni e dei comportamenti, porta inevitabilmente a una relazione difficile da sostenere e a una conseguente lotta.
Un’altra ipotesi, invece, sostiene che, quando i genitori mantengono una tipologia di atteggiamento, che sia esso duro o amorevole, in maniera costante all’interno della famiglia, anche in quelle situazioni in cui si richiederebbe un comportamento della tipologia opposta, si crea una situazione poco sopportabile.
Se poi aggiungiamo l’assenza di sostegno e di comunicazione tra i due genitori, nell’aiutarsi a comprendere quando avere una specifica reazione, ci troviamo di fronte a una famiglia disfunzionale che può creare gravi problemi ai propri figli.
Con questa ricerca che, come detto, è stata eseguita su una varietà di famiglie molto ristretta (ma che Scholfield ha affermato voler ripetere su un campione più ampio per tipologia), non si vuol far intendere che un genitore tendenzialmente severo deve forzare il proprio atteggiamento per diventare amorevole, o l’inverso. Il consiglio, piuttosto, è quello di parlare tra genitori con atteggiamenti opposti per trovare un terreno comune su cui operare. Fidarsi dell’opinione dell’altro quando ci consiglia come comportarsi e allo stesso tempo rispettare l’atteggiamento dell’altro.
Crescere dei figli è un’operazione complessa che può essere realizzata con successo solo se si lavora insieme, come una squadra che ha in mente esclusivamente il bene dei bambini. Anche la suddivisione dei ruoli è importante, ma bisogna fare attenzione a riconoscere le necessità del singolo momento, per non rendere il clima familiare complesso e ambivalente. Magari si potrebbe iniziare con il non contraddire l’altro di fronte ai propri figli. Se poi volete avere qualche aiuto per l’educazione dei vostri bambini, iniziate con i 20 errori da evitare assolutamente.
Voi unigenitori che tipo di genitori siete? Più duro o più amorevole? E cosa ne pensate della suddivisione dei ruoli?