Il numero zero è sempre stato associato a qualcosa di futile e inutile. Insignificante rappresentante del nulla, questo numero ha un’importanza fondamentale sia per la matematica che per altre branche del sapere umano. Ma per la maggior parte degli uomini rimane il sinonimo dell’inutilità, dell’incapacità e dell’insignificanza, tanto da venir usato come metafora per quelle persone che non contribuiscono in alcun modo alla vita sociale, non hanno particolari talenti o prospettive di vita. Un ragionamento sbagliato, antisociale oltre che diseducativo, che dobbiamo assolutamente evitare di far apprendere ai nostri bambini. Un discorso che rimane comunque complesso da spiegare ai nostri figli. Per questo, in modo semplice, divertente e simpatico, possiamo utilizzare Ciao, io sono Zero.
Attraverso la storia raccontata da Zero, i bambini compiranno un lungo viaggio attraverso il sapere dell’uomo, partendo da quando non c’era niente, passando per Sumeri, Greci e Romani, arrivando fino ai giorni nostri, girovagando per l’intero globo terrestre, dall’Oriente all’Occidente. Un’evoluzione di questo simpatico e tondo numero che, nonostante il pensiero comune, riveste un ruolo importantissimo sia per la cultura che per la quotidianità di tutti noi. Basti pensare alla moderna tecnologia, così fondamentale al giorno d’oggi per lo svolgimento anche delle più piccole attività, che si basa proprio sui Byte e il loro codice, formato da un’alternanza di 1 e 0.
Ciao, sono Zero è un libro scritto e illustrato da Luca Novelli, pubblicato da Valentina Edizioni. Indubbiamente è adatto per bambini dai 6 anni, sia per la struttura e i contenuti del racconto, che per la tematica trattata. La storia viene narrata attraverso l’evolversi della Storia vera e propria, adattando i disegni allo stile del periodo, rimanendo comunque adatti a un pubblico di bambini. Testo scritto si alterna a balloon da fumetto che danno voce ai vari grandi nomi che hanno contribuito alla nostra conoscenza, a cui viene data la possibilità di dire la propria opinione sull’importanza del numero zero.
Ciao, sono Zero diventa così un modo simpatico e creativo per aiutare i bambini a percorrere l’interno ciclo storico dell’umanità, imparando il passato in maniera differente, simpatica e accattivante. In secondo luogo, ma non meno importante, viene spiegato loro come anche ciò che possiamo ritenere di poco conto, qualche volta anche noi stessi, in realtà può avere una grande importanza e per questo non va assolutamente sottovalutato, perché ogni cosa ha un ruolo, anche se certe volte non riusciamo a comprenderlo.
Per noi genitori, inoltre, c’è una lezione ancora più importante, nascosta tra le righe. Un messaggio che ci aiuta a vivere il nostro ruolo di guida ed esempio agli occhi dei nostri figli. Accade spesso che non diamo la giusta importanza a ciò che ci circonda, perché troppo silenzioso o di poco conto, peggio ancora che ci siamo abituati alla sua presenza. Può essere un oggetto, uno status o, ancora più importante, una persona. Questa superficialità ci porta a dare per scontate le persone che invece rivestono un ruolo fondamentale, senza magari accorgersene. Ma se sono ignare della loro importanza, percepiscono perfettamente la nostra indifferenza o il poco tempo che concediamo loro, portandoli a sentirsi abbandonati, considerati come uno zero. Quindi, proprio come tenta di spiegarci Ciao, sono Zero, ci sono persone che meritano il nostro affetto, semplicemente con piccoli gesti quotidiani che trasmettano la loro importanza. Ci sono persone che meritano di vedere riconosciuto il proprio valore, proprio come Zero. E. se i vostri figli non riescono a guadagnare questa sicurezza in sé, ci sono molti aiuti.
Voi unigenitori, riuscite a dare il giusto valore agli zeri che vi circondano?