Un nuovo rapporto stilato da OMS, UNICEF e IBFAN (International Baby Food Action Network) ha evidenziato che di 194 paesi presi in considerazione 135 hanno qualche misura legale inerente il Codice Internazionale sulla Commercializzazione dei sostituti del latte materno.
Si tratta di un lieve incremento rispetto al 2011, purtroppo solo 39 di queste nazioni possiedono leggi che mettono in atto le disposizioni del Codice.
Viste le raccomandazioni di OMS e UNICEF gli stati membri dell’OMS si sono impegnati ad aumentare il tasso di allattamento esclusivo nei primi 6 mesi di almeno il 50% entro il 2025.
In questo codice è presente l’invito a proteggere l’allattamento al seno fermando la commercializzazione inadeguata dei vari sostituti del latte materno:
Inoltre si mira a far sì che:
Dietro ai vari sostituti del latte materno gira un business molto grande con un fatturato annuo pari a quasi 45 miliardi di dollari. Secondo le stime si tratta di un mercato destinato a incrementare di oltre il 55% fino a 70 miliardi entro il 2019.
“L’industria dei sostituti del latte materno è forte e in crescita, quindi la battaglia per aumentare i tassi di allattamento esclusivo al seno è in salita” commenta così Werner Schultink, capo della sezione nutrizione dell’UNICEF “non deve essere concesso a un marketing ingegnoso di mistificare la verità: non vi è alcun sostituto che possa eguagliare il latte della mamma”.
Dal rapporto emerge una curiosa singolarità, paradossalmente i Paesi ricchi sono in ritardo rispetto a quelli poveri.
La proporzione di Paesi aderenti all’OMS con una legislazione in linea con il Codice è è più alta nel Sud Est Asiatico (36%), a seguire troviamo la Regione africana (30%) e la Regione del Mediterraneo, Regione del Mediterraneo orientale (29%). Poi abbiamo la Regione delle Americhe (23%), il Pacifico Occidentale (15%), la Regione Europea (6%).
Sempre nel rapporto si evince che:
“La legislazione deve tenere il passo con le nuove strategie di marketing e questo rapporto aiuterà i responsabili delle politiche a farlo” dichiara Annelies Allain di IBFAN.
Inoltre bisogna aggiungere che il monitoraggio è fondamentale per individuare eventuale violazioni. Purtroppo solo 32 paesi sostengono di avere un meccanismo di controllo in atto e questo pochi sono comunque solo funzionali.
Tra i paesi dotati di un meccanismo di controllo la metà pubblica i risultati, mentre soltanto 6 Paesi hanno dedicato risorse destinate al monitoraggio e l’applicazione.
A questo proposito UNICEF e OMS hanno creato una rete globale per il monitoraggio e il supporto dell’attuazione del codice.
I benefici per la salute di mamma e bambino derivati dall’allattamento al seno sono noti, purtroppo il marketing di sostituti del latte materno rema contro gli sforzi per migliorare i tassi di allattamento e la sua durata.
Recenti ricerche hanno dimostrato che aumentando l’allattamento materno a livello quasi universale potrebbero salvarsi 820 mila bambini di età inferiore a 5 anni e 20 mila donne ogni anno.
Anche l’economia globale ne risentirebbe in positivo.
Unimamme e voi cosa ne pensate della mancanza di leggi adeguate?
Qualcuno vi ha mai proposto di sostituire l’allattamento al seno con quello artificiale, anche se non era necessario?
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