Alex Lewis, due anni fa circa, era un comunissimo papà sulla trentina, con una fidanzata: Lucy Townsed e un figlio piccolo Sam.
Un giorno Alex si è ammalato di ciò che pensava essere un banale raffreddore con un forte mal di testa, stanchezza nelle ossa e sinusite. Il giorno seguente però non solo il sospetto raffreddore non era passato, ma i sintomi erano notevolmente peggiorati.
Alex sentiva inoltre un forte dolore alle braccia e alle gambe.
Piano piano, sulla sua pelle, hanno cominciato a formarsi dei lividi porpora, come fossero macchie in veloce espansione.
Preoccupata, Lucy ha chiamato l’ambulanza. In Ospedale gli hanno riferito che aveva contratto la Fascite necrotizzante, un’infezione batterica rara per cui la carne di una persona comincia a mangiare se stessa. All’inizio l’infezione attacca gli arti per poi dirigersi verso l’interno e distruggere il cuore.
Inizialmente i medici hanno amputato le gambe e il braccio sinistro, lasciando il destro fragile ma intatto, le labbra e la bocca purtroppo erano già marcite.
Sei mesi dopo però hanno dovuto rimuovere anche il braccio destro sotto il gomito. Da quel momento Alex Lewis ha dovuto iniziare una nuova vita con quadruple amputazioni.
Rebuilding lives after toxic shock syndromeAlex had his arms, legs and lips amputated after contracting the bacterial infection Strep A, commonly known as toxic shock syndrome.
His three-year-old, Sam, is scared to get close to him. We follow Alex as he tries to rebuild his relationship with his son.
Pubblicato da Channel 4 News su Martedì 17 maggio 2016
“Non sarei dovuto sopravvivere. Penso che circa 10 mila persone ogni anno contraggano lo Strep A (il batterio responsabile dell’infezione) in qualche forma e di quelli 9600 muoiono. Dei 400 rimasti solo 10 hanno 4 arti amputati. Sono uno dei fortunati”.
Mentre si stava riprendendo in ospedale Alex è stato contattato da un filmaker Leonardo Machado che ha voluto renderlo protagonista di un documentario: The extraordinary Case of Alex Lewis, andato in onda in questi giorni in Inghilterra.
Alex ha deciso di accettare soprattutto per suo figlio Sam: “volevo che lui avesse qualcosa che gli mostrasse quanto lui sia stato importante per me e Lucy durante tutta questa storia e che lo aiutasse a dare un senso a quanto accaduto. Quando Sam sarà più grande e i suoi amici gli chiederanno cosa è accaduto a suo papà spero che questo lo aiuterà a spiegarglielo”.
“Può essere allettante rinunciare a tutto per il partner ma non volevo che Lucy vivesse come una specie di infermiera vedendomi come il suo paziente e qualcuno di cui occuparsi. Volevo che continuasse ad avere una vita”.
Quindi Alex ha iniziato a fare prove ed esperimenti per adattarsi alla sua nuova condizione, tentando di attaccare una forchetta al braccio per mangiare, ecc…
Purtroppo Alex non poteva rimanere a casa da solo con Sam e questo contribuiva a minare ancora di più il loro rapporto che si era fatto difficile all’inizio della malattia.
“Quando mi ha visto in ospedale pensava che avessi del cioccolato che mi macchiava la faccia lì dove la pelle stava morendo. Dopo l’operazione ho capito che dovevo ricostruire la mia relazione con il mio bambino, è stato difficile e ci è voluto del tempo”.
“Lui pensa che sia un Power Ranger e adora le varie gambe e gli attacchi”, racconta Alex.
Durante la sua riabilitazione e nella vita quotidiana Alex ha incontrato moltissime persone amputate durante il servizio nelle forze armate e questo l’ha reso più sensibile nei confronti dei problemi riguardanti la cura degli amputati.
Uno dei problemi maggiori è stato quello relativo alle protesi: per esempio un normalissimo coltello da attaccare al braccio costa 650 sterline, circa 845 Euro. Protesi di gambe complete costano 90 mila sterline (quasi 12 mila Euro). E spesso il sistema sanitario nazionale inglese non può fornirgli protesi adatte a lui.
Per sostenere tutte le spese Alex ha quindi istituto un fondo: Alex Lewis Trust per riuscire ad ottenere almeno le fondamentali forme di aiuto. Deve infatti raccogliere 3 milioni di sterline per sopravvivere.
“Voglio camminare lungo la navata nel giorno del matrimonio, sulle mie gambe, quindi aspetteremo.”.
Alex ha ricavato una preziosa lezione dalla sua incredibile esperienza, sostiene che ora apprezza ciò che ha: la sua fidanzata e suo figlio.
“Tutta questa storia mi ha permesso di smettere di dare le cose per scontate. Abbiamo incontrato le persone più straordinarie, ci siamo divertiti e abbiamo riso, noi tre siamo molto vicini. Questo mi ha dato la spinta di cui avevo bisogno per andare avanti di nuovo. Può sembrare strano ma devo molto a questa malattia “.
Unimamme voi cosa ne pensate del messaggio di speranza e forza di questo papà?
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