La storia che stiamo per raccontarvi è di una mamma, Patricia, che ha creduto in tale possibilità già da diversi anni, e ha davvero dell’incredibile.
Patricia è una ragazza che all’età di 18 anni è rimasta incinta, mentre frequentava l’ultimo anno delle superiori. Purtroppo il suo ragazzo dell’epoca non ha voluto avere nulla a che fare con la gravidanza, ma come ci racconta questa mamma, fortunatamente la famiglia l’ha supportata fin dall’inizio.
La data presunta per il parto era il 9 novembre 2002, quindi dopo essersi diplomata, ad agosto Patricia ha iniziato a frequentare il corso preparto. “A parte l’imbarazzo di essere la più giovane, di essere lì da sola, una cosa mi è saltata subito all’occhio: la mia pancia era piccolissima!“, ci scrive.
Nel controllo privato successivo ha esposto il suo dubbio al ginecologo e lui dopo averle fatto un’ecografia le ha consigliato di prenotare una flussimetria in ospedale. Patricia era di 32 settimane e lì l’hanno ricoverata per un forte ritardo di accrescimento fetale. A 34 settimane è stata sottoposta a taglio cesareo: Samuel, che alla nascita pesava 1,370 kg, è stato subito portato in terapia intensiva benché respirasse autonomamente. Patricia lo ha visto il giorno dopo, all’inizio veniva alimentato con il “catetere ombelicale“, dopo qualche giorno con un “gavage” (un sondino nasale) grazie al latte tirato della mamma, e solo dopo 10 giorni Patricia ha potuto iniziare ad attaccarlo al seno e a praticare la “marsupioterapia“. Raggiunto il peso di 1,970 kg Samule è stato dimesso.
Dopo circa 2 anni Patricia ha incontrato un uomo, più grande di lei di 11 anni, che sin da subito ha instaurato un bel rapporto con il piccolo Samuele.
In questo periodo Patricia ha iniziato, dietro prescrizione del solito ginecologo, la pillola anticoncezionale, senza però aver fatto delle analisi preventive. Dopo pochi mesi Patricia ha iniziato ad accusare fortissimi mal di testa. Su consiglio della madre ha poi cambiato ginecologo e finalmente fa delle analisi particolari grazie alle quali ha scoperto di avere un difetto alla coagulazione del sangue, una mutazione genetica che è stata la causa del problema avuto in gravidanza e dei forti mal di testa.
A fine 2005 rimane incinta di una bimba, Thessa e questa volta il suo compagno le è rimasto accanto accanto per tutta la gravidanza e, soprattutto, l’ha supportata nella ricerca di avere un parto naturale dopo il primo cesareo.
La mamma ha quindi cambiato struttura ospedaliera: da Grosseto è andata a Piombino, presso l’Ospedale di Villamarina. Qui ha trovato un ambiente sereno e molto supporto nella sua scelta di parto: per la mutazione genetica le è stata prescritta l’aspirinetta fino a 20 settimane e poi eparina fino al parto.
La mamma ricorda: “È stata un’esperienza bellissima! La bambina è nata a 42 settimane, ho fatto il travaglio in acqua e l’espulsione sullo sgabello e lì ho deciso che volevo avere altri parti. Per me è stata come una droga…“.
E così è stato: il terzo figlio, Ivan, è nato nel 2008 sempre con parto naturale. Durante la gravidanza Patricia si è anche sposata e il neo marito ha riconosciuto il primo figlio!
E’ stata poi la volta di Zelda, nata nel 2011 ed infine di Ise, nel 2013, nata con un parto in acqua.
In tutti i parti Patricia è stata seguita solo da un’ostetrica, il ginecologo, racconta la mamma, si è visto solo al momento delle suturazioni delle lacerazioni.
Per Patricia è stato molto importante poter usufruire di una stanza speciale, la c.d. “stanza verde“, una camera matrimoniale attrezzata per la degenza 24h su 24 senza avere altre compagne di stanza dal travaglio al parto alla degenza e che le ha permesso di essere sempre circondata dalla famiglia e di continuare ad allattare in tandem. “Ad agosto saranno 10 anni di allattamento” ci racconta questa incredibile mamma.
Concludiamo con un messaggio di Patricia per voi unimamme:
“Se lo desideriamo davvero si può fare. Dobbiamo essere preparate ed informate perché troveremo sempre qualcuno che ci dirà che “no, non si può partorire naturalmente dopo un cesareo”, che è pericoloso. Idem per il latte, ci sarà sempre qualcuno che ci dirà “ma no, non vedi che non basta il tuo latte” e molte altre bugie. Sapere come funziona il nostro corpo e di cosa è in grado di fare è il regalo più grande che possiamo fare a noi e ai nostri figli!“.
E voi unimamme, cosa ne pensate di questa mamma e della sua storia? E a voi come è andata?
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