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Scuola

Le scelte difficili di figli e genitori con il film “I nostri ragazzi” (VIDEO)

Published by
Andrea Mondati

La vita di un genitore si compone di gioie e dolori. I figli crescono e prendono le proprie strade, basate su esperienze, stili di vita, conoscenze e tendenze personali. Indubbiamente la famiglia ha il suo grosso peso nella formazione di un ragazzo, ma alle volte non è sufficiente a mantenerlo su una buona strada, portandolo a compiere le scelte migliori. In quel caso, quando un figlio fa una scelta sbagliata, una decisione che potrebbe compromettere il suo futuro, quello roseo che ogni genitore immagina, come bisogna comportarsi?

Il film I nostri ragazzi racconta a tutti i genitori il difficile iter di accettazione e reazione alle scelte dei figli.

Massimo e Paolo sono due fratelli molto diversi tra di loro: uno avvocato, l’altro pediatra, hanno stili di vita e mentalità opposte, portandoli spesso a non concordare l’uno con l’altro. Anche le due mogli non vanno d’accordo tra di loro e spesso non mancano di esternare la loro avversione all’altra. Nonostante questo, ogni mese, ormai da parecchi anni, si incontrano sempre nello stesso ristorante per parlare del più e del meno. Si aggiornano sull’andamento delle rispettive vite e raccontano dei loro figli, Benedetta e Michele, molto simili alle rispettive famiglie.

Un giorno, però, guardando la televisione, vengono a conoscenza dell’aggressione a un senzatetto con pugni e calci, da parte di due ragazzi, un maschio e una femmina. Nonostante sia stato impossibile riconoscerli, le due coppie di genitori si convincono della colpevolezza dei figli, usciti insieme proprio la sera dell’aggressione. I due fratelli iniziano a confrontarsi su come comportarsi, tra ansie, recriminazioni e verità non dette, mandando in frantumi un equilibrio familiare che, seppur di facciata, permetteva alle due famiglie di andare avanti, insieme. Il tragico evento porta i genitori a interrogarsi sulle proprie colpe ma soprattutto su come comportarsi, con due visioni molto differenti tra di loro.

I nostri ragazzi è la terza opera del regista Ivano De Matteo, liberamente ispirato al libro La cena di Herman Koch. Un cast stellare, composto da Alessandro Gassmann, Luigi Lo Cascio, Giovanna Mezzogiorno e Barbara Bobul’ová, dà vita alla storia tragica sul rapporto complicato tra genitori e figli, stili differenti e lo scontro e la reazione a eventi e scelte di vita pessime. Un film fondamentale per ogni genitore che voglia porsi delle domande, vedere il lato più difficile del crescere un figlio e riflettere sul proprio modello comportamentale. I nostri ragazzi è sicuramente un film che mette in discussione qualsiasi modello genitoriale, con un finale che lascia con una sola domanda: cosa avremmo fatto se ci fossimo trovati in questa situazione?

I nostri ragazzi offre spunti di riflessione sia per adolescenti che per adulti. Vediamo infatti due ragazzi totalmente insensibili nei confronti del diverso da loro, spinti solo dal desiderio di provare a farlo, per scoprire cosa si prova, come ci si sente. Un desiderio comune che si concretizza in quelle che spesso vengono definite “ragazzate”, ma che portate all’estremo, in una società sempre più distaccata dalle emozioni, dall’empatia, informatizzata e collegata a dispositivi freddi e sterili, potrebbe portare a situazioni come queste. Il film permette ai ragazzi di vedere cosa le loro scelte fanno provare agli altri, specialmente ai genitori, insegnando loro che è fondamentale riflettere prima di agire, spinti da conoscenze e amicizie.

Per i genitori, invece, gli spunti, naturalmente, sono molti di più. L’atto dei ragazzi, infatti, è causato indubbiamente da scelte genitoriali. Atteggiamenti che possono essere considerati classici e comuni. Non ci sono genitori che picchiano insultano o maltrattano in qualche modo i propri figli. I ragazzi che compiono il crimine, non vengono da famiglie disagiate, povere. Anzi, le realtà in cui crescono sono normali e benestanti. Nonostante questo, compiono un crimini efferato, aggravato dall’inutilità. Non si parla di rapina, ma di omicidio fine a sé stesso, compiuto esclusivamente per provarne l’effetto sulla persona. Come ci si può difendere da tutto questo? In cosa hanno sbagliato due famiglie che, in più, hanno atteggiamenti completamente differenti e, proprio per questo, riescono ad abbracciare una varietà di famiglie molto ampia? Soprattutto, come reagire a tutto questo? I due fratelli, anche in questo caso, prendono due strade differenti, difficili da percorrere in entrambi i casi, compiendo azioni decise e assolute.

Ciò che rimane ai genitori è un’assoluta certezza: il pensiero che potrebbe succedere anche a loro.

Mentre riflettete sul vostro essere genitori, guardate il trailer e, un consiglio, anche il film.

Voi unigenitori, cosa ne pensate?

Andrea Mondati

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