Perdere una persona cara è sempre un trauma, ma lo è ancora di più, forse, scoprire che la sua morte poteva essere evitata.
Katie Searle Jones è una mamma di 29 anni che ha perso la sua mamma 11 anni fa a causa di un cancro alle ovaie.
Di recente la nota azienda Johnson & Johnson ha ricevuto l’ingiunzione dai giudici di pagare 58 milioni di dollari a una donna che per anni ha usato il borotalco sulle parti intime, finendo per sviluppare un cancro alle ovaie, come successo alla mamma di Katie.
Particelle di talco sono state trovate nei tessuti ovarici di Gloria Ristesund, la donna ammalatasi a cui la famosa aziende deve l’indennizzo.
In precedenza, anche a un’altra donna era stato riconosciuto un lauto risarcimento perché durante il processo era stato stabilito che l’azienda avesse fallito nell’informare i consumatori della relazione del legame tra l’utilizzo del borotalco nelle parti intime e cancro ovarico.
La portavoce dell’azienda ha dichiarato però che 30 anni di studi e ricerche garantiscono la sicurezza del prodotto. Allo stato grezzo il talco contiene amianto, materiale che può causare il cancro. Da decenni però la Johnson purifica questo materiale per renderlo trattabile.
Katie purtroppo non ha una risposta sicura su come la madre abbia contratto il cancro alle ovaie, in famiglia non ci sono precedenti e la donna, il cui nome è Pamela, non era in sovrappeso e non fumava.
E a quel tempo il talco poteva essere contaminato con amianto.
Quando, negli anni 70′, l’azienda ha cominciato a purificare il talco sono stati effettuati studi sul rapporto tra questo e il cancro ovarico.
20 studi diversi hanno dimostrato un legame tra il talco e il cancro ovarico. Solo negli ultimi anni però sono state intraprese delle cause che hanno accusato la Johnson & Johnson per non aver inserito degli avvertimenti sulla pericolosità del prodotto sulla boccetta.
Katie assicura che la sua mamma usava il borotalco su tutto il corpo. Dopo aver fatto una tac di controllo Pamela ha scoperto di avere 3 cancri alle ovaie che le avevano fatto ingrandire fegato e intestino.
Quando, qualche anno dopo la morte della mamma, Katie ha appreso il legame tra talco, che usava lei stessa e cancro ovarico è rimasta sconvolta.
“Ero molto preoccupata, sono andata dal medico e ho fatto una tac, non c’era niente ma ho deciso di continuare a fare controlli perché il cancro ovarico potrebbe presentarsi quando sarò più avanti con l’età”.
Nel 2006 i risultati scientifici erano ormai forti abbastanza per far sì che l’International Agency for Research on cancer classificasse l’uso genitale del talco come potenzialmente cancerogeno.
Secondo le stime del dottor Daniel Cramer dell’Harvard Medical School il talco sarebbe un fattore che contribuisce a 10 mila morti per cancro ogni anno.
Altri studi invece hanno posto il fattore di rischio dell‘utilizzo del talco su lungo periodo al 30-40%.
Chi invece è di parere contrario ritiene che gli studi non siano credibili perché le donne non possono ricordarsi quanto talco hanno usato anni prima.
Inoltre è stato considerato che il 30-40% non sia un rischio significativo, non come l’alcol e il fumo.
Infine non si può dire con assoluta certezza che le particelle di talco trovate nel cancro ovarico siano da addebitare a un uso nelle zone intime del prodotto perché possono trovarsi ovunque, nell’aria, ecc…
Uno studio pubblicato sul Journal of Obstetric Gynaecology ha suggerito che il talco può iniziare ad accumularsi quando le mamme lo usano sul sederino dei figli.
“Potrebbe addirittura innescare una forma molto aggressiva di questa malattia”.
Insomma non si può dire con assoluta certezza che il talco provochi il cancro ovarico ma essere a conoscenza di queste ricerche sicuramente aiuterà molte donne a fare una scelta consapevole per loro stesse e i loro figli.
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