“I vostri bambini hanno bisogno della vostra presenza più che dei vostri regali”
Jesse Jackson
Che cosa significa essere presente ma assente? Noi genitori ci siamo ma a volte è come se non ci fossimo: siamo infatti fisicamente o emotivamente non disponibili, perché impegnati con le nostre faccende (lavoro, impegni, televisione, social network, ecc.) e così ci scolleghiamo dal momento presente senza entrare in un contatto vero con i nostri figli e le sue esigenze (con ciò che sentono, con i loro processi, le loro paure, le loro preoccupazioni, il loro bisogno di essere guardati, ascoltati, amati).
Accade poi, magari, che quando ci riconnettiamo chiediamo loro di fare quello che vogliamo noi (perché è l’ora del bagno, della cena, di andare a letto, ecc.) e per tale motivo loro manifestano rabbia e spesso inizia un conflitto.
Se queste dinamiche accadono spesso nel tempo, si viene a creare un rapporto a distanza che ogni giorno ci separa sempre più dai nostri figli. E poi, quando arriva il tempo dell’effettiva separazione emotiva (il periodo dell’adolescenza) nascono i grandi problemi di comunicazione e di relazione.
Di qui la necessità di pensare a come recuperare ed evitare tali rischi.
1- Ascoltiamo i figli
Quando nostro figlio o figlia viene da noi e ci fa una domanda o una richiesta, guardiamolo negli occhi, sorridiamogli. Ascoltiamolo.
Per mostragli che siamo lì per lui o lei, facciamogli una carezza così che possa percepire la nostra attenzione anche fisicamente.
E ricordate che i bambini riescono a capire se sono ascoltati davvero oppure no.
Non occorre smettere immediatamente di fare ciò che stiamo facendo, a volte infatti si tratta di cose importanti e in tali casi si può chiedere di aspettare un po’, ma la maggior parte delle volte è importante che nostro figlio o figlia senta che siamo disponibili, senta che lui o lei è la nostra priorità.
Quando un bambino o una bambina viene coccolato, abbracciato, trattato con dolcezza, si sente amato. E così impara a coccolare, ad abbracciare e parlare con dolcezza, quindi ad amare agli altri.
Questo contatto (fisico ed emotivo) è di vitale importanza sin da quando sono appena nati e influisce direttamente nello sviluppo globale del bambino, e ciò che è molto importante, arricchisce il rapporto con se stesso e con gli altri.
Come ha detto Jean Liedloff, autrice del libro “Il concetto del continuum“:
“Il cibo per sostenere il corpo e le carezze per nutrire l’anima non si offrono ne se rifiutano, ma sono sempre disponibili.”
I bambini imparano di più attraverso il corpo, hanno bisogno del contatto per sapere chi sono. Hanno bisogno di quella stimolazione tattile prodotta dagli abbracci, dai baci e dalle carezze della madre e del padre, che gli farà sentire e riconoscere il loro corpo per “abbandonare” più in là la propria pelle.
Se ad alcune persone durante l’infanzia è mancata questa stimolazione, in qualche modo queste “restano” nella loro pelle, come se fosse una barriera che li protegge, e spesso queste persone possono sviluppare problemi nelle relazioni sociali, di aggressività, nello sviluppo della sessualità.
Ogni volta che coccoliamo i nostri figli, li abbracciamo (con abbracci lunghi più di 6 secondi), è come se gli stessimo facendo un massaggio: stiamo dando loro una presenza reale e un nutrimento affettivo fondamentale.
3- Comprendiamo l’importanza delle parole e della comunicazione
I bambini cercano di essere accettati, voglio sentirsi uno uno in più nel mondo. Quindi, facciamo sapere loro quanto sono preziosi e speciali, quanto li amiamo, ogni giorno e qualunque cosa facciano o dicano.
Un bambino per svilupparsi come un adulto sano e felice ha bisogno di avere la certezza interiore che almeno una persona nella vita lo ama incondizionatamente. Per questo motivo è molto importante che ogni giorno si parli con lui, per sapere cosa gli succede, quello che sente, le difficoltà che ha e di cosa ha bisogno da noi.
Occorre fare molta attenzione alle etichette che mettiamo ai nostri figli, perché il potere delle parole di un genitore è immenso e può condizionare profondamente la vita di un bambino, come abbiamo già spiegato nell’articolo “7 cose da non dire ai propri figli“.
Quando un bambino si sente sempre dire dai suoi genitori che è pigro o nervoso, o responsabile, o bugiardo, a prescindere se sia un’etichetta positiva o negativa, si sforzerà per continuare ad essere così, perdendo così la possibilità di provare ad essere altro, perderà la sua libertà di essere se stesso.
4- Stabiliamo un “ritmo di casa” che non dimenticheranno
Il ritmo ci aiuta a strutturare la nostra vita, è come una guida che non solo ci permette di creare buone abitudini e fornire sicurezza ai bambini, ma ci permette anche di dedicare loro tempo e attenzione. Quindi è importante avere alcune attività o semplici routine integrate nel nostro ritmo familiare quotidiano.
Non si tratta di fare cose straordinarie, possono essere cose molto semplici come mangiare insieme a tavola con una candela accesa (ovviamente senza cellulari o televisione!), dedicare un momento per la lettura di una storia e cantare canzoni prima di riposare o di andare a dormire, giocare a giochi linguistici, con rime o canzoni dopo il bagno mentre ci pettiniamo o asciugano i capelli. Piccoli momenti di presenza autentica che rimarranno impressi nel suo cuore.
Quando siamo esausti emotivamente può succedere che non riusciamo a dare ai nostri figli l’attenzione di cui hanno bisogno. Dobbiamo essere consapevoli che questo ci sta accadendo e cercare le necessarie vie di fuga prima di esplodere.
Una via di fuga può essere ad esempio trovare un po’ di tempo per sé o cercare strategie per rilassarsi.
Alcuni “mestieri” possono essere molto utili: lavorare a maglia, il cucito, la pittura, sono attività manuali da fare con i bambini mentre giocano, che ci permettono di essere presenti, in più sono terapeutiche, rilassanti e creative.
In ogni caso, quando siamo al limite, è sempre importante verbalizzare anche ai nostri figli come ci sentiamo e i nostri bisogni, di questo modo loro possono liberarsi dal sentirsi in colpa per il nostro malessere.
Unimamme e voi cosa ne pensate di questi 5 consigli? Voi come vi rapportate con i vostri figli? Siete presenti ma assenti? Raccontateci la vostra esperienza, se vi va.
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