Ogni anno, in Italia, tra il 15 e il 20% delle mamme che partoriscono viene colpito da depressione post partum.
Questo disturbo ha delle conseguenze non solo sulla mamma che ne soffre, ma su tutta la famiglia che partecipa con lei al dramma, esso influenza lo sviluppo della vita cognitiva, emozionale e relazionale del piccolo.
Depressione post partum e infant direct speech: vari studi per capire il loro legame
Numerosi studi hanno dimostrato che le mamme che sviluppano questa malattia sviluppano atteggiamenti estremi:
- sono meno responsive agli stimoli dei figli
- eccessivamente intrusive
Questa situazione può portare allo sviluppo di diverse difficoltà come problematiche relative alla nutrizione, al sonno, una scarsa comunicazione sia vocale che visiva con le loro madri.
Come sappiamo, la figura materna è importantissima per lo sviluppo futuro dei bambini che dipende molto dal legame di attaccamento con lei. Si tratta di quella particolare forma di comportamento il cui risultato sia quello di ottenere o mantenere la vicinanza, comunicare con figure preferenziali che possano fornire sostegno.
Mancanze o difficoltà con il legame materno possono avere come risultato l’inclinazione a sviluppare, da adulto, forme di psicopatologia.
Una ricerca compiuta sui cuccioli di ratto, per esempio, ha mostrato come la deprivazione materna possa andare ad alterare lo sviluppo cerebrale tipico.
Ecco qualche indicazione per individuare la depressione post partum, indicata come un disturbo depressivo maggiore caratterizzato da umore depresso:
- diminuzione d’interesse o piacere per le attività svolte abitualmente
- diminuzione dell’appetito
- diminuzioni delle funzioni psicomotorie
- diminuzioni del livello di energia
- diminuzione della concentrazione e autostima
Possono anche essere presenti pensieri di morte, ideazione suicidaria e preoccupazioni sul fatto di non sapersi prendere cura del bimbo.
- può insorgere già dalla 4° settimana dopo il parto
- solitamente è diagnosticata tra la 6° e la 12° settimana
Uno studio che ha preso in considerazione:
- figli di mamme depresse
- figli di mamme non depresse
ha mostrato come i primi fossero più inclini:
- a mettere in atto comportamento di protesta
- soffrissero di sonnolenza
- evitassero di giocare con la mamma
Un altro studio invece ha dimostrato come un significativo numero di bambini che avevano una mamma con depressione post partum soffrisse di disturbi da deficit di attenzione e difficoltà nel ragionamento matematico.
Infine le mamme depresse influenzano anche l’infant direct speech che è quella particolare forma di linguaggio usato dalle mamme quando si rivolgono al bimbo, il “maternese”. L’infant direct speech cattura l’interesse e aumenta l’attenzione del piccolo, è quindi fondamentale nelle prime interazioni comunicative.
Le caratteristiche di questo linguaggio sono:
- un ristretto vocabolario
- numerose ripetizioni e semplificazioni
- le parole importanti vengono inserite in posizioni salienti anche a scapito della correttezza grammaticale
- è prodotto a un tono più alto
- la variabilità è elevata rispetto al volume
- ci sono contorni melodici distintivi che permettono di far giungere in modo chiaro e diretto lo stato emotivo e l’intenzione comunicativa del parlante
La depressione post partum influenza l’infant direct speech esagerandone meno la prosodia, utilizzando quindi un’intensità diversa dalle mamme non depresse.
Le mamme che soffrono di depressione post partum utilizzano un Infant Direct Speech che può avere effetti più deboli sull’apprendimento del neonato.
Questo è stato dimostrato da uno studio.
Ecco quindi che l’indagine di Nicole L. Letourneau ha analizzato in modo approfondito le conseguenze della depressione post natale valutando lo sviluppo emotivo e cognitivo del piccolo.
- al 4° anno di età dovevano essere valutate le abilità del bimbo per quanto riguarda il vocabolario appreso, disattenzione e aggressione fisica
- c’è stata una rivalutazione delle medesime abilità un anno dopo
- i risultato hanno evidenziato che tutti i dati erano significativi
Un altro studio diverso è quello di Lynne Murray. Qui sono state analizzate le conseguenze dell’utilizzo atipico dell’infant direct speech da parte di mamme depresse sugli adolescenti anziché sui bambini.
L’infant direct speech porta alla produzione di reti neurali che servono a sviluppare schemi, venendo esposti da piccoli alle conseguenze negative del direct speech si potrebbero creare schemi negativi.
L’esposizione a caratteristiche atipiche del direct speech nei primi mesi di vita porterebbe a stimolare aree cerebrali legati agli effetti negativi riguardanti le esperienze personali.
Si aumenta così il rischio di sviluppare depressione durante l’adolescenza.
Unimamme, come evidenziato da queste molteplici indagini il rapporto tra mamme e figli è importantissimo e molto delicato.
Secondo voi si fa abbastanza per le mamme che soffrono di depressione post partum?
Noi vi lasciamo alcune indicazioni per aiutarvi a riconoscere la depressione post partum.