Molte volte si è parlato dell’importanza che riveste il tatto nelle sue molteplici funzioni di conoscenza e di stimolazione di emozioni piacevoli o meno. Il bambino con la pelle percepisce il mondo circostante, prima attraverso gli scambi nella pancia, poi, nascendo, prova il contatto diretto con la pelle della mamma, il famoso “skin to skin” che infonde calma e sicurezza. Crescendo toccherà tessuti e oggetti circostanti, conoscendoli e provando diverse sensazioni.
Come gli odori e le canzoni, alcune superfici al solo tocco possono richiamare specifici stati emotivi: il senso di calma che proviene dall’accarezzare il pelo di un gatto, dall’abbracciare un soffice pupazzo, dall’avvolgersi in una morbida coperta.
Degli studi recenti hanno messo in luce quali significati particolari può racchiudere il termine “toccare“.
La maggior parte delle volte le connessioni tatto-emozione seguono modelli abbastanza prevedibili. Gli studi sulle preferenze del tatto nel corso degli anni hanno generalmente dato gli stessi risultati:
La ricerca ha dimostrato che queste preferenze possono avere effetti misurabili, influenzando i nostri stati d’animo e le relazioni con gli altri. E’ evidente ad esempio che una sensazione dolce ci farà sentire al “caldo” e al sicuro.
In alcuni rari casi, però, il legame tra il tatto e l’emozione può arrivare a livelli estremi. Immaginate di essere così disgustato dal denim, ad esempio, che il solo sfiorare un jeans vi può far venire voglia di vomitare, o se nascesse in voi la voglia di ridere ogni volta che toccate la seta, o di avere i brividi ogni volta che si indossa un guanto in tessuto.
Questa è la vita delle persone con sinestesia tattile-emozionale, una condizione misteriosa in cui delle superfici apparentemente normali possono essere in grado di far ridere o far piangere qualcuno.
La sinestesia è una condizione per cui i sensi o i percorsi di elaborazione delle informazioni si intrecciano.
Le persone sinestetiche possono sentire i colori, o vedere un suono, o sentire che stanno toccando qualcosa se vedono un’altra persona toccarla.
Non ci sono cifre definite sulla prevalenza di sinestesia, ma i ricercatori hanno stimato che ovunque dallo 0,02 per cento al 4 per cento delle persone hanno una qualche forma di essa.
Una delle forme più diffuse è la sinestesia grafema-colore, in cui lettere o numeri vengono percepiti come colori : il numero quattro viene percepito come arancione, ad esempio.
La sinestesia tattile-emozionale è tra le forme più rare, o almeno una di quelle studiate sporadicamente.
E ‘ stata identificata per la prima volta nel 2008 da V.S. Ramachandran, neuroscienziato presso la University of California, San Diego, e il suo ex studente laureato David Brang, ora un ricercatore post-dottorato alla Northwestern University.
Nella rivista Neurocase i ricercatori hanno descritto le esperienze insolite di due donne, nominate AW e HS: entrambe erano mentalmente e neurologicamente normali, tranne per il fatto che fin dalla prima infanzia avevano sperimentato forti emozioni causate dal contatto con determinate superfici.
Gli autori scrivono:
“Alcuni tipi di texture evocano emozioni crude o primordiali come la gioia o il disgusto, mentre altre generano sottili sfumature di emozioni come la gelosia o il senso di colpa“:
Nel caso del soggetto AW le sensazioni più estreme nascono dalla consistenza del denim, provocando sentimenti di depressione e disgusto, e dalla seta, generando l’esperienza della perfetta felicità e contentezza.
Nel soggetto HS la sensazione più acuta è acquisita dalla morbida pelle, che lei descrive come capace di “far strisciare la mia spina dorsale”.
I ricercatori hanno evidenziato due costanti:
Per AW, in particolare, i ricercatori hanno notato che le emozioni differiscono a seconda di quale zona del corpo percepisce la sensazione.
Le emozioni erano più forti attraverso la percezione con il mignolo e l’indice, c’era inoltre una differenza di percezione tra mani e piedi, ad esempio toccare le piastrelle in ceramica con le mani le portava un senso di calma, mentre toccarle con i piedi le dava un senso di potere.
La stessa sensazione poteva essere percepita in maniera più debole a seconda della parte del corpo, il denim sul viso ad esempio la faceva sentire vagamente a disagio, ma non le dava la stessa sensazione di disgusto delle altre parti del corpo.
Qual è quindi la differenza tra normali sentimenti generati dal contatto e la sinestesia tattile-emozionale?
Studi precedenti hanno mostrato collegamenti tra tatto e pensiero: manipolare oggetti grezzi può portarci a giudizi più duri nelle nostre interazioni sociali, mentre manipolare oggetti morbidi può portarci ad essere più generosi.
Ramachandran ritiene che la sinestesia tattile-emozionale:
“E ‘ un’esagerazione di qualcosa che è presente in tutti noi in misura limitata”.
Egli elenca due criteri principali per questa particolare forma di sinestesia:
I ricercatori ancora non sanno esattamente cosa provoca la sinestesia tattile-emozionale, ma Ramachandran ritiene che possa essere causata dalle connessioni in eccesso tra le diverse aree del cervello:
“Nel cervello del feto, tutto è collegato a tutto. In seguito i geni diminuiscono queste connessioni, scolpiscono l’organizzazione modulare del cervello adulto, in modo da rimuovere i collegamenti eccessivi “.
In alcuni casi, questi geni si esprimono in modo anomalo, lasciando legami più forti del normale.
Ramachandran e Brang studiando anche la sinestesia grafema-colore, che si manifesta quando la parte del cervello che elabora forme è iperconnessa alla parte responsabile del colore hanno dedotto che:
“La stessa cosa potrebbe accadere nelle persone affette da sinestesia tattile-emozionale, è possibile che la corteccia insulare, che regola le emozioni, non sia mai stata completamente staccata dalla corteccia somatosensoriale, che elabora il tocco“.
Ramachandran descrive questa corteccia come “una mappa di tutta la superficie corporea ” con diverse aree di lavorazione delle sensazioni tattili per le diverse parti del corpo.
Un altro pezzo del puzzle riguarda la connessione tra un particolare tipo di tessuto e l’emozione suscitata.
Perché la seta porta gioia e il denim disgusto?
Ramachandran afferma:
“Da un lato è possibile che alcune di queste risposte nascono dalla memoria: un’esperienza particolarmente traumatica o positiva con una certa consistenza crea una reazione inconscia duratura”.
Alcune stranezze invece sembrano suggerire che questi collegamenti sono veramente arbitrari come sembrano: se la sinestesia di AW è stata collegata ad un ricordo di piastrelle in ceramica, per esempio, le emozioni suscitate sarebbero state le stesse indipendentemente dalla parte del corpo con cui le percepiva.
Se queste associazioni sono apprese dovrebbe essere possibile liberarsi di loro, volendo.
Lo studio in questione ha evidenziato come in alcuni casi è possibile tenerle sotto controllo. I ricercatori hanno notato che le donne avevano sviluppato dei trucchi per aiutarsi a dominare le sinestesie. AW ad esempio, per affrontare il contatto con qualcosa di spiacevole, aveva trovato come soluzione il cantare o il tenere fra le mani un pezzo d’argento.
Allo stesso tempo la sinestesia veniva spesso in aiuto delle donne come regolatore del loro stato d’animo.
Se erano stressate o turbate bastava un tocco della giusta consistenza per calmarsi.
“E ‘come avere il pannello di controllo per le tue emozioni a portata di mano”.
Ovviamente per conoscere i contatti giusti bisogna sperimentare anche quelli sbagliati.
Voi unimamme che ne pensate di queste forme particolari di percezione? Avete sperimentato qualcosa di simile? I vostri bambini amano toccare tessuti o oggetti in particolare?
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