Quando ci si relaziona con i propri figli, accade certe volte che si parte a parlare di loro per poi finire a guardarsi dentro. Uno scontro generazionale che finisce in una profonda autoanalisi.
Vedere e rivedersi nelle scelte dei figli adolescenti, che iniziano a scoprire il mondo, desiderano indipendenza e iniziano a imporre scelte mode di essere, può essere un passaggio difficile da affrontare. Soprattutto quando ci mette di fronte non solamente alle proprie scelte genitoriali ma a anche a noi stessi. Questo è quello che succede nel film La bellezza del somaro.
Marcello e Marina sono una coppia borghese di professionisti affermati, genitori della quasi maggiorenne Rosa, che vive con inquietudine l’ultimo periodo prima della maggiore età. Una famiglia comune della borghesia romana, moderna e aperta, che fa volontariato e partecipa ad eventi mondani. Loro stessi organizzano cene con amici e parenti, dove possono parlare confrontarsi e rivedersi. Anche in occasione del weekend di ognissanti, decidono di accogliere nella loro casa di campagna alcuni amici, per passare il tempo in allegria e soprattutto per conoscere il nuovo fidanzato della figlia, Armando. Quando il nuovo fidanzato arriverà, i due genitori si troveranno di fronte a un grande problema. Perché Armando è un uomo di 70 anni che con orgoglio porta avanti la propria età. Sarà difficile accettare la scelta della figlia senza snaturare l’immagine aperta, tollerante, moderna che hanno costruito negli anni.
La bellezza del somaro è un film di Sergio Castellitto, nei panni anche di attore insieme a Laura Morante, Marco Giallini, Barbara Bobulova e un grande Enzo Jannacci. Un cast importante che affronta un tema complesso con ironia e leggerezza, in una commedia intelligente con molte cose da raccontare.
Il film, infatti, è strutturato su più livelli e riesce a donare diversi spunti di riflessione per noi genitori, in maniera delicata, regalandoci un sorriso agrodolce che fa riflettere. Il primo livello, naturalmente è quello del rapporto tra genitori e figli. Una coppia caduta nella routine quotidiana che riversa la propria umanità chi nell’amante chi nella figlia, sempre poco compresa e ascoltata, portandola a trovare una nuova figura di riferimento.
Possiamo poi osservare il contrasto tra Marcello e Marina contro la figura di Armando. Mentre la coppia, infatti, non riesce ad accettare la propria età che avanza, preoccupati per le rughe che compaiono sul volto, Armando indossa con orgoglio la propria età, staccandosi dalla schiera di finti giovani in crisi di mezza età che cercano di mandare indietro le lancette dell’orologio. L’uomo ci fa vedere 70 anni di esperienza, cultura, riflessioni e pensieri che affascinano e incantano chi lo ascolta, rendendo molto più complicato mandarlo via.
Altro spunto interessante è lo scontro tra i due coniugi e la società. La coppia vive di apparenze, di come gli altri li vedono. Quando si trovano di fronte Armando come fidanzato della figlia, si troveranno a dover scegliere tra la loro immagine di fini pensatori moderni, giovanili e aperti mentalmente, con la loro vera natura e gli istinti più profondi di genitori preoccupati.
Gli spunti di riflessione per ogni genitore sono molti. L’aspetto più bello del film, però, è che non giudica mai gli atteggiamenti e con comicità di buon gusto e pensata, riesce a condurvi all’interno di queste problematiche familiari con leggerezza. Il clima è così surreale e delicato, che vi sentirete parte di questo piccolo palco che racconta la tipica famiglia italiana, senza sentirvi accusati. Potrete così riflettere con tranquillità sul vostro ruolo di genitore, guardando alle azioni di Marina e Marcello.
Vi lasciamo al trailer del film, consigliandovi di guardarlo.
Se invece volete avere un esempio della vita di coppia, guardate questo video in cui si mostra come cambia la coppia con gli anni che passano.
Voi unigenitori, che tipo di atteggiamenti avete all’interno della vostra famiglia?