Il 20 giugno ricorre la Giornata Mondiale del Rifugiato, indetta per la prima volta nel 2000 dalle Nazioni Unite e festeggiata in occasione dell’anniversario della Convenzione di Ginevra sullo status di rifugiato.
Rifugiato è colui che chiede rifugio, che cerca cioè asilo perché obbligato ad abbandonare la propria casa a causa di guerre e violenze. E’ obbligato, non lo fa per scelta.
Obiettivo della giornata è sensibilizzare l’opionione pubblica sui diritti dei migranti. E’ infatti partita la campagna #WithRefugees dell’UNCHR , Agenzia Onu per i Rifugiati, sui social necessaria per far arrivare ai leader mondiali un messaggio che dica: “noi siamo con loro“.
E’ stata inoltre lanciata una petizione che chiede ai governi di garantire che
- ogni bambino rifugiato riceva un’educazione
- ogni famiglia abbia un posto sicuro in cui vivere
- ogni rifugiato possa lavorare o acquisire nuove competenze per dare il suo contributo alla comunità
Ma quanti sono i rifugiati? Tutti i dati pubblicati in occasione della Giornata mondiale del rifugiato
Secondo i dati del rapporto annuale Global Trends dell’UNHCR, nel 2015 i rifugiati hanno raggiunto la cifra di circa 65,3 milioni. E’ la prima volta che si supera la soglia dei 60 milioni di persone costrette alla fuga.
Guerre e persecuzioni hanno infatti toccato livelli mai raggiunti.
24 persone ogni minuto sono costrette a fuggire dalla loro casa.
Detto in altri termini, a livello globale, 1 persona su 113 è oggi un rifugiato.
Di questi poi circa la metà sono bambini, molti dei quali non accompagnati, perché o sono orfani o sono separati dai genitori. Questi bambini, già traumatizzati da guerre e violenze, sofferenti per mancanza di cibo, acqua e igiene, spesso poi spariscono: venduti, abusati e sfruttati.
Guardando le regioni di origine dei rifugiati troviamo in ordine:
- Medio Oriente e Nord Africa (Siria, Iraq e Yemen principalmente)
- Africa Sub Sahariana (Sud Sudan, Nigeria, Burundi e Sudan)
- Asia e Pacifico (Afghanistan e Myanmar)
- Americhe (El Salvador, Guatemala, Honduras, Colombia)
- Europa (Ucraina)
Cosa si può fare quindi? Quali le possibili risposte?
L’accoglienza è l’unica soluzione, possibilmente tramite corridoi umanitari proprio per impedire le continue e tragiche morti in mare, e le inumane frontiere chiuse che trovano questi disperati una volta arrivati sulla terraferma.
Ma soprattutto occorre collaborare per prevenire tali migrazioni, intervenendo in quei paesi dai quali proviene il maggior numero di rifugiati.
Anche Papa Francesco più volte si è espresso sulla triste sorte dei rifugiati: “Stiamo vivendo in una civiltà di porte chiuse e di cuori chiusi. Ci difendiamo l’uno dall’altro” e ancora “la guerra è l’affare che in questo momento che rende più soldi. Anche per fare arrivare gli aiuti umanitari in paesi di guerriglia è una difficoltà: tante volte la Croce Rossa non è riuscita, ma le armi arrivano sempre, non c’è dogana che le fermi perché è l’affare che rende di più“.
E voi unimamme, cosa ne pensate di tutto ciò? Siete anche voi con i rifugiati? Firmerete la petizione?