Ora però, in Italia, la Legge sul “dopo di noi” promuove un nuovo processo per le persone con disabilità.
Innanzitutto questa legge prevede il diritto di “vivere” a casa e non in una struttura, condividendo un appartamento in due, tre, quattro persone, aumentando le proposte di vita differenti riguardo il dove e con chi vivere.
Con questa legge quindi si promuove il diritto alla vita indipendente, un diritto sancito anche dalla convenzione dell’ONU sulle persone con disabilità, vista come scelta di dove e con chi vivere, favorendo quindi l’autodeterminazione degli individui.
Vivere e convivere in casa propria aiuta le persone disabili a sentirsi “padroni di casa” affrancandole dal ruolo di ospiti nelle varie strutture.
L’aspetto dell’abitare si collega in modo imprescindibile al contesto di vita, al modo in cui essa si svolge, influenzando enormemente l’identità dei cittadini e su come questi diano un senso compiuto alla loro esistenza.
Anche i genitori potranno sentirsi più tranquilli riguardo al destino dei figli quando loro non ce la faranno più o non ci saranno più.
Questa legge infatti contiene strumenti importanti per i genitori e i figli e quindi poter fare un progetto concreto di “metter su casa su base di uguaglianza con gli altri cittadini”.
Le varie associazioni e le istituzioni devono quindi cominciare a ripensare alle strategie di intervento per le persone disabili.
Ecco due aspetti da tenere in considerazione riportati su Vita.it:
A questi si aggiunge la previsioni di misure di sostegno alle persone con disabilità grave rimaste senza genitori o con questi non più in grado di occuparsene. E’ stato infatti previsto un fondo di assistenza presso il Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, prevedendo una dotazione diversi milioni in 3 anni:
Saranno però le Regioni a definire i criteri per erogare i finanziamenti e ad effettuare le varie verifiche .
Questa legge, in sostanza, invita le famiglie a cambiare completamente prospettiva che fino adesso era imperniata sulla ricerca di una struttura, ripensando invece il ruolo delle persone disabili come cittadini uguali a tutti gli altri utilizzando la casa e la dimensione dell’abitare come perno di un rapporto più inclusivo con la comunità.
Naturalmente si tratta solo di un inizio, tante le condizioni da realizzare.
Unimamme e voi cosa ne pensate di questa iniziativa?
Noi vi lasciamo con uno studio che spiega come, purtroppo, molto spesso, il potenziale delle persone con disabilità venga sprecato.
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