E se invece fosse solamente un problema di forma?
Alcuni ricercatori della sezione Food and Brand Lab della Cornell University, hanno condotto una ricerca partendo dall’osservazione della quantità di frutta mangiata nelle scuole americane. Risultava infatti che molti bambini prendevano il frutto che c’era a disposizione durante la mensa ma tendevano a lasciarlo nel piatto. Un atteggiamento strano per chi non ama proprio la frutta. I ricercatori, allora, hanno provato a condurre un esperimento.
In 8 scuole elementari dello stesso distretto, sono state portate altrettante affettatrici per frutta, spiegandone l’utilizzo. Quando i bambini prendevano il frutto, questo veniva messo nell’affettatrice, che in quattro secondi lo tagliava in sei pezzi. Alla fine di questo esperimento, è stato registrato un aumento del consumo di frutta del 61%.
Le interviste realizzate agli studenti al termine dell’esperimento, hanno evidenziato che i bambini non mangiano frutta per due motivi principali:
Per poter valutare l’effettivo consumo, i ricercatori sono stati mandati nelle scuole a visionare e verificare quanti pezzi di frutta venissero gettati via da ogni studente al termine del pasto. Il risultato rilevato è stato un aumento del 71% nell’acquisto di frutta rispetto alle tre scuole senza affettatrici. In più, la percentuale di studenti che hanno mangiato più della metà del proprio frutto è aumentata del 73%.
Qualcuno potrebbe dire che fosse semplicemente il fascino della novità, il gusto di vedere l’affettatrice in funzione, ma in realtà questo atteggiamento positivo nei confronti della frutta, è durato a lungo anche dopo che lo studio era terminato e le affettatrici tolte dalle mense.
Con questo semplice esperimento, il Food and Brand Lab della Cornell University ha dimostrato come può essere semplice far mangiare della frutta ai nostri ragazzi. Sarebbe sufficiente un piccolo investimento per l’acquisto di affettatrici per frutta da installare nelle mense, per far mangiare agli studenti più frutta, un alimento sano e importantissimo, e ridurre anche i rifiuti alimentari. Magari potrebbe funzionare anche per quando siamo in vacanza, con i cibi dell’estate.
Per quanto riguarda noi genitori, invece, la prossima volta che i nostri figli non vogliono mangiare la frutta, proviamo a dargli una forma differente, potrebbero anche cambiare opinione.
Rimane solo una domanda: chissà se funziona anche con la verdura?
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