L’Organizzazione Mondiale della Sanità ricorda con forza come questo fenomeno sia un problema che riguarda tutti, in molteplici campi, sia politico che sociale ma anche pedagogico:
Ma il dato più allarmante è che il 40% degli autori ha meno di 35 anni. Questo vuol dire che abbiamo sbagliato qualcosa nel crescere i nostri figli. Ma cosa? Un dottore pedagonista, Daniele Novara, prova a dare qualche risposta.
Daniele Novara, fondatore del Centro psicopedagogico per la pace e la gestione dei conflitti, parte da un concetto che spesso viene travisato: quello di machismo. Si pensa infatti che la violenza sulle donne venga perpetrata dall’uomo macho. Secondo il Dott. Novara, invece è vero il contrario. Chi attua violenza, spesso è un uomo con problemi di virilità, molto comunemente cresciuti con una figura paterna assente, mentalmente o anche fisicamente, che quando c’era si faceva sentire solamente picchiando. Diventati adulti, ricercano quelle conferme e quella devozione non ricevuta da piccoli e quando non la trovano nella compagna, la ricercano nello stesso identico modo in cui l’hanno insegnata a loro: picchiando. Non è un caso che la maggior parte degli uomini violenti siano stati cresciuti da genitori che li picchiavano, pratica che in qualunque caso provoca danni alla crescita.
Attraverso la combinazione di questi ruoli, sarà possibile insegnare al bambino come affrontare le difficoltà e gestire i contrasti. Dopotutto, gli uomini violenti picchiano non per motivazioni passionali o amorose, ma per pura violenza, incapaci di affrontare e gestire in maniera differente un litigio. Per questo diventa importante dare la possibilità ai bambini di litigare, azione che spesso viene punita e repressa, impedendogli di imparare ad accettare l’opinione altrui e l’opposizione al proprio pensiero.
In conclusione, la violenza sulle donne non è un fenomeno che va contrastato solamente a livello sociale e politico. Anche noi genitori, nel nostro piccolo, possiamo fare la nostra parte per crescere uomini capaci di risolvere i contrasti con le parole e non con calci e pugni.
Voi unigenitori cosa pensate della lotta pedagogica alla violenza sulle donne?
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