A prescindere da quando avete avuto il vostro primo bambino, avevate un certo numero di punti fermi che sorreggevano la vostra realtà. Quando arriva un figlio, la realtà muta, voi cambiate e crescete, maturate, ma la base su cui poggia la vostra esistenza rimane quella. Sto parlando di quella realtà fatta di persone che vi hanno accompagnato fino a quel punto, che con le loro figure vi hanno permesso, più o meno direttamente, sia nel bene che nel male, di arrivare a quel momento meraviglioso che è quando si diventa genitori. Una nuova vita che fiorisce dal terreno preparato da voi e dalle persone che vi circondano, fino a quel momento.
E in quel salone composto da colonne portanti che potete osservate se vi voltate indietro, due sicuramente sono quelle più importanti: i vostri genitori. Due figure che sono differenti per ognuno di noi ma che, in qualunque modo siano legate a voi, rappresentano i modelli su cui verrà costruita la personale idea genitoriale. Due pilastri che sono rimasti immutabili fino a quel momento e che continueranno a essere immutabili per i prossimi anni. O per lo meno è quello che credete voi.
Perché l’arrivo di un bambino colpisce profondamente anche i nuovi nonni. Che sia perché rivivono il loro essere genitori, desiderosi di non compiere gli stessi errori, o per la felicità di vedere la vita che continua, o per qualunque altro motivo possibile e immaginabile, i nonni di vostro figlio diventano delle persone completamente differenti dai due genitori che vi hanno cresciuto. I miei non sono stati esenti da questa trasformazione, specialmente mio padre.
Anche se non si informava della mia vita privata e sociale, a modo suo mi stava vicino, come quando mi aspettava sul divano leggendo o guardando la televisione, quando facevo tardi la sera. Insomma, tra lati negativi e positivi, è stato un modello di vita e l’esempio su cui baso il mio essere padre oggi. Immaginate quindi il mio stupore quando, la prima volta che ha visto Giacomo, in modo del tutto naturale e spontaneo, ha avvicinato il volto alla culla, sorridente e felice, e ha iniziato a fargli le vocine. Io e Marta ci siamo guardati, con la bocca spalancata, stupiti ma felici. Un cambiamento inaspettato, ma meraviglioso.
Perché Giacomo aveva non soltanto aperto un nuovo capitolo della storia mia e di Marta, ma anche donato una seconda vita ai miei genitori. Quello che si osserva sulla superficie, osservando un nipotino con i nonni, è una forte propensione a viziarlo. Criticabile o meno, è soltanto lo strato più esterno. In realtà, adesso che è passato un po’ di tempo, ho capito che è la loro opportunità di dimostrare tutto l’amore che provano e che con noi, per un motivo o per un’altro, non avevano avuto la possibilità di fare con noi. Avrebbero voglia semplicemente di sentirsi ancora utili, per questo si mettono a nostra disposizione. E noi, come genitori e come figli, dobbiamo soltanto donargli la possibilità di farlo. Come invece ha reagito ed è cambiata mia madre è un’altra storia.
E per voi unigenitori come è stato il cambiamento del nonno?
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