Le immagini dell’ecografia mostravano che la piccina aveva una gamba molto più corta dell’altra e quindi i medici li hanno posti davanti a un bivio.
“Le vostre opzioni sono di tenerla o non tenerla ma non vi possiamo dare più informazioni”.
La mamma però ricorda che sentiva già la piccola muoversi e scalciare nella pancia “eravamo già attaccati”.
Purtroppo la famiglia ha dovuto attendere altre 4 settimane prima di poter vedere uno specialista. “Era il periodo di Natale e tutti gli specialisti erano via. Questo è stato il periodo più traumatico perché ho trascorso 4 settimane a fare ricerche su Google”.
Finalmente è stata diagnosticata alla bambina una Ipoplasia Femorale Congenita. Una serie di test hanno accertato che il femore sinistro della loro bambina che andava dall’anca al ginocchio era lungo solo 0,7 cm. e che sarebbe rimasto molto più corto dell’altro.
Al di là dei problemi motori la piccina non ne avrebbe avuti altri. “Non direi che si è trattato di una chiamata immediata, ma una volta che abbiamo saputo che non c’era niente di sbagliato è stata una decisione facile” ha ricordato la mamma di Mia “ora che è qui non potremmo immaginare di non averla, ma a quel tempo è stata davvero dura”.
Dopo aver ricevuto una protesi a 9 mesi ora la piccina può addirittura camminare. La famiglia sta cercando di aiutarla in tutti i modi e quindi stanno pensando a un’operazione del costo di 200 mila dollari per allungarle la gamba.
“Le persone arrivano da tutto il mondo al Paley Institute perché sebbene si tratti di una condizione rara è qualcosa con cui hanno a che fare ogni giorno“.
Naturalmente i genitori di Mia riconoscono che si tratta di un’operazione costosa.
La cifra da raggiungere è impegnativa perché bisogna risiedere lì per un certo periodo quindi bisogna prenotare una camera, il volo, poi ci sono le spese come il cibo e l’affitto di una macchina.
Sfortunatamente non hanno aiuti dal governo.
La famiglia ha quindi istituito una raccolta fondi su Go Fund me.
“Alla fine abbiamo deciso di non lasciare che Mia usi la sua condizione come una scusa, quindi manteniamo un atteggiamento positivo anche nei giorni più cupi”.
“Noi vogliamo che Mia pensi di poter fare qualsiasi cosa”.
Unimamme, noi vi lasciamo con la storia di un’altra bimba nata prematura che ha sbaragliato tutti i pronostici dei medici.
Voi cosa ne pensate di questa commovente storia?
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