Per il loro studio gli scienziati hanno esaminato una rana giocattolo che squittiva, da questa sono stati in grado di ricavare infezioni virali:
Questi virus che si ancorano ai giochi possiedono uno strato esterno che li aiuta a sopravvivere e contaminare altre cellule. Esempi di virus di questo tipo sono:
Richard Bearden II, che ha condotto lo studio, commenta con queste parole i risultati: “le persone non pensano di poter prendere un virus da un oggetto inanimato, ma da altre persone. I bambini sono vulnerabili perché mettono le loro mani su oggetti sconosciuti e poi in bocca, inoltre il loro sistema immunitario non è completamente sviluppato”.
A essere veicolo di trasmissione di malattie sono soprattutto i giochi in aree pubbliche, come l’asilo, nelle aree gioco dal dottore, ecc..
Rimane però ancora sconosciuto quanto a lungo possono sopravvivere questi virus negli oggetti inanimati. Infatti questo studio in particolare considera quanto impiega un virus avviluppato a diventare inattivo sulla superficie di un giocattolo da bimbi conservato all’interno e a livelli medi di umidità.
Per la ricerca è stato usato un batteriofago, un virus che infetta i batteri per imitare come un virus sopravvissuto può attaccare le persone.
Nell’arco di 24 ore:
Nelle prime 2 ore lo 0,01% dei virus rimane, mostrando un 99,9% di riduzione nel numero di virus infetti. I ricercatori sono stati in grado di recuperare lo 0.0001% dei virus infetti a 10 ore.
“Bisognerebbe concentrarsi su gli asili nidi, sugli uffici dei dottori dove i bimbi condividono i giochi per prevenire lo spargersi delle malattie”.
I giochi dovrebbero essere decontaminati spesso. La candeggina è preferibile. Inoltre si raccomanda di eliminare i giochi nelle sale di attesa, si potrebbe infine studiare un piano di decontaminazione per le maniglie delle porte, i bottoni degli ascensori e altre superfici comuni.
Unimamme e voi cosa ne pensate dei risultati?
Noi vi lasciamo con uno studio sui milioni di batteri in casa.
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