Quando è arrivata a me, sono stata combattuta se farlo o meno perché non amo le catene, ma soprattutto perché so che spesso dietro a certe iniziative ci possono celare intenti tutt’altro che altruistici.
Nel dubbio ho quindi iniziato a cercare informazioni su questa campagna, scoprendo ad esempio che è partita dalla Spagna, ma non ho trovato nessun riferimento a enti di ricerca, associazioni, nulla che mi convincesse della serietà dell’iniziativa.
Fino a che mi è capitato di imbattermi in un post di una donna che mi ha illuminato. Lei si chiama Deborah, ma si firma MagicaDebby. Dopo aver letto ciò che ha scritto ho capito cosa dovevo fare.
Riporto di seguito il post pubblicato sulla sua pagina Facebook:
“Sfida accettata“: è la frase che in questi giorni si trova ovunque sul social, insieme a foto in bianco e nero per una campagna di “sensibilizzazione” alla lotta contro il Cancro.
Personalmente non capisco il senso di una foto in bianco e nero e meno ancora capisco foto che ritraggono reggiseni e pance piatte, ma rispetto le motivazioni di ognuno.
Non voglio fare polemiche ma solo esprimere un pensiero, specie se mi vengono inviate richieste di “partecipazione”.
Il Cancro non sono sfumature di grigio. Il grigio è sterile, arido, morto.
Il Cancro ha tanti colori. Anche il colore della paura, ma c’è l’ha!
Perché il Cancro spiazza, fa paura, terrorizza.
Sensibilizzare le persone alla lotta contro il Cancro, è farle pensare a cosa sia davvero.
A cosa provano i malati e chi li accompagna.
È fare prevenzione, essere informati, è imparare a parlarne.
Essere sensibili alla lotta contro il Cancro, è immaginarsi senza capelli, con dieci chili di troppo per via del cortisone e senza forza per andare verso il bagno.
Essere sensibile è chiedersi “come starei io?”.
Essere sensibili non è mettere una foto è poi sparire davanti ad un amico malato perché ci si sente impotenti.
Forse bisognerebbe amare di più ciò che di prezioso si ha: la vita.
Prendere coraggio ed ammettere di avere una gran paura di questa parole che uccide ancora.
È fare una telefonata e chiedere “come stai?” ammettendo di non saper cosa dire, di sentirsi imbarazzati. Spesso poi ci si mette a ridere e tutto diventa più facile.
Sensibilità è esserci.
È regalare un sorriso silenzioso, un aiuto concreto.
Perché noi malati di Cancro, abbiamo soprattutto bisogno di non sentirci soli ed a volte basta davvero poco.
Abbiamo i mezzi e l’intelligenza…Buona giornata anime belle.”
Debby è una donna, nonché mamma di un bambino di 9 anni di nome Gabriele o Gabry come lo chiama lei, che ha un Cancro al colon e che tiene un diario su Facebook dove pubblica pensieri e video in cui racconta la sua battaglia personale contro il male.
Dopo aver letto il post di MagicaDebby non ho voluto partecipare alla campagna, ma ringrazio chi mi ha chiesto di farlo perché mi ha dato modo di conoscere questa mamma, così speciale e di grande ispirazione.
E voi unimamme, avete partecipato alla campagna “sfida accettata”? Cosa pensate del punto di vista di Deborah?
Vi lasciamo con l’invito a visitare la sua pagina e a seguirla. Noi lo faremo.
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