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Allattamento

Il latte materno protegge i neonati dalle infezioni da Streptococco di tipo B

Published by
Maria Sole Bosaia

I benefici dell’allattamento al seno sono davvero innumerevoli e gli studiosi proseguono nella ricerca di nuovi effetti positivi di questa pratica.

Uno zucchero del latte materno protegge dallo Streptococco del gruppo B

Uno studio dell’Imperial College di Londra, pubblicato su Nature, ha riscontrato che 1 donna su 3 è portatrice di un batterio che può causare infezioni mortali tra cui la meningite nei neonati.

L’infezione da Streptococco del gruppo B è infatti una delle principali cause di mortalità infantile. Il fattore di rischio principale è rappresentato dalla mamma che può passarlo ai figli e colonizzarli. 

Lo streptococco del gruppo B è un batterio gram-positivo che colonizza il tratto gastrointestinale e la vagina delle mamme, ed è una delle principali cause di infezione nei primi 3 mesi di vita. La trasmissione di tale batterio avviene verticalmente per il 50% dei bambini nati da mamme colonizzate e può causare nei primi 3 mesi di vita:

  • polmoniti
  • sepsi
  • meningiti

nell’1-2% dei bambini.

E’ vero che il neonato viene protetto dalla mamma inizialmente tramite il passaggio per via placentale delle immunoglobuline di tipo G (IgG), e solo successivamente attraverso l’allattamento, che sappiamo è davvero vitale per la salute dei neonati, di fatto riducendone la mortalità.

La protezione attraverso il latte materno avviene per la presenza di alcuni zuccheri, chiamati oligossacaridi (HMOs).

Lo studio in questione ha scoperto che uno di questi zuccheri è in grado di proteggere i bambini dallo Streptococco del gruppo B.

Gli oligosaccaridi interagiscono con il micro-bioma intestinale dei bambini allattati.

Tali zuccheri però non sono uguali in tutte le donne, perché dipendono dal patrimonio genetico di ogni singola donna.

La ricerca in questione ha infatti evidenziato il rapporto tra la presenza di questi zuccheri e la presenza nel sangue di alcuni antigeni, nello specifico quelli del sistema Lewis.

Il sangue può essere classificato in vario modo (esistono 30 classificazioni) , a seconda della presenza o assenza di alcuni antigeni sulla superficie dei globuli rossi. Una di queste classificazioni è il sistema Lewis, quindi ad esempio una persona può essere AB Rh positivo e contemporaneamente Lea o Leb negativo.

La produzione di oligosaccaroidi del latte è collegata alla presenza di antigeni di Lewis. In particolare uno, noto come LNDFHI (lacto-n-difucohexaose I).

Come si è svolta la ricerca?

I ricercatori hanno analizzato 183 donne e bambini del Gambia in 3 momenti

  • alla nascita
  • dopo 6 giorni dal parto
  • dopo 60-90 giorni dal parto.

Lo studio ha previsto la raccolta di:

  • tamponi vaginali e anali della madre
  • colostro e latte materno
  • tamponi rettali e rinofaringei dei  neonati alla nascita

Il test si è basato sulla coltura e PCR dei vari liquidi raccolti.

I ricercatori hanno scoperto che le mamme che erano Lewis positive erano significativamente meno colonizzate dallo Streptococco di tipo B.

Inoltre i bambini di mamme Lewis positive sono risultati meno colonizzati alla nascita e guaribili più facilmente nel periodo compreso tra i 60 e i 90 giorni rispetto ai bambini di mamme Lewis negative.

Secondo i ricercatori, in un momento come quello attuale in cui è alta la preoccupazione degli effetti degli antibiotici sul microbioma dei neonati e in cui la resistenza agli antibiotici è un problema, diventa ancora più importante l’individuazione di metodi alternativi di prevenzione e cura di colonizzazione da Streptococco di tipo B.

Se durante gli esami del sangue che le mamme effettuano durante la gravidanza si individuassero le mamme Lewis negative, si saprebbe ad esempio che queste sono maggiormente a rischio di colonizzazione e quindi andrebbero tenute maggiormente sotto controllo.

Clinicamente ad esempio, secondo i ricercatori, è possibile fornire alle mamme un oligosaccaride sintetico simile al LNDFHI durante la gravidanza e l’allattamento.

Inoltre questi zuccheri potrebbero anche essere forniti ai neonati di mamme Lewis negative colonizzate nel tentativo di ridurre il rischio di trasmissione ai figli.

 

Il Dr Nicholas Andreas, autore principale della ricerca, ha dichiarato: “Nonostante le ricerche siano ad uno stadio iniziale, riescono a dimostrare la complessità del latte materno e i suoi numerosi benefici. Un numero sempre maggiore di ricerche sta evidenziando come lo zucchero presente nel latte materno (oligosaccaride) svolga un’azione protettiva contro le infezioni neonatali (quali rotavirus e streptococco B), supportando l’equilibrio del microbioma”.

Unimamme, voi cosa ne pensate di questi risultati? Voi avete allattato al seno i vostri bimbi? Avete avuto problemi con lo Streptococco di tipo B?

Noi vi lasciamo con alcuni consigli per allattare al seno correttamente.

Maria Sole Bosaia

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