Il piccolo Yehia, che adesso ha 14 mesi, è nato con due arterie principali a rovescio e due buchi nel cuore. I suoi due genitori, di origine afgana, ma residenti in Pakistan avevano trovato uno specialista in grado di effettuare l’operazione chirurgica necessaria a salvargli la vita, ma al costo di 7 mila dollari.
Il padre di Yehia però si guadagna da vivere vendendo farina e con grande fatica la sua famiglia è riuscita a raccogliere solo 200 dollari.
In occasione di un viaggio in Afghanistan la famiglia ha chiesto aiuto a un parente, un insegnante inglese che, via Facebook, ha contattato una certa Anna Mussman, ebrea, con la quale aveva precedentemente collaborato.
“Questo è mio cugino che soffre per un buco nel cuore. Se potessi fare qualcosa per lui te ne saremmo grati dal profondo del cuore” ha scritto l’insegnante allegando una foto del piccolo.
La donna ha subito contattato un referente di Save a Child’s Heart, un’organizzazione che si trova in Israele e che provvede ad aiutare i bambini malati dei paesi in via di sviluppo regalando loro operazioni chirurgiche gratuite.
Il signor Simon Fisher, capo esecutivo di Save a Child’s Heart, è riuscito così ad ottenere per Yehia e suo padre dei passaporti per andare in Israele.
Altre persone si sono attivate, tramite i loro contatti, per permettere a padre e figlio di giungere a destinazione. Il signor Fisher ha trovato persino una persona che aiutasse il padre di Yehia che parlava solo urdo e pashto.
L’operazione è andata bene e Yehia, grazie all’aiuto di sconosciuti, al social network più famoso e a un’organizzazione umanitaria davvero speciale, è salvo.
Yehia è il primo afgano curato da questa organizzazione di origine israeliana in 20 anni. La metà dei loro 4000 pazienti sono palestinesi, mentre 200 provengono da Iraq e Siria, come riportato sul New York Times.
Save a Child’s Heart (SACH) è stata fondata nel 1995 dal dalla dottoressa Ami Cohen ed è un’organizzazione umanitaria che aiuta i bambini di tutto il mondo, senza discriminazioni di razza, religione, genere.
L’associazione, nel corso del suo operato, ha ricevuto premi e riconoscimenti. Nel 2016 ha persino fondato l’International Pediatric Center, il primo di questo tipo in Medio Oriente.
SACH si occupa anche di diffondere il sapere medico nei paesi in via di sviluppo e quindi ha condotto 17 missioni di insegnamento aiutando 200 bambini in luoghi come Etiopia, Cina, Tanzania, Moldova, Ucraina.
Unimamme a voi è piaciuta questa bella storia di speranza, che dimostra come le differenze di lingua, religione, cultura contino davvero poco.
Noi vi lasciamo con la storia di un bimbo affetto da gravi malformazioni che però ha ricevuto aiuto che gli ha cambiato la vita.
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