Le studentesse coinvolte nei fatti accaduti nel 2013 avevano deciso di avere rapporti sessuali a pagamento per comprarsi vestiti nuovi e telefonini ultimo modello.
La recente sentenza del Tribunale di Roma ha fatto emergere una decisione molto curiosa riguardante il risarcimento per i danni subiti nei confronti della ragazzina 15enne protagonista di questa storia.
Il cliente di questa giovane prostituta, oltre a 2 anni di carcere, è stato condannato a risarcire la ragazzina parte civile comprando 30 libri e 2 film su “la storia e il pensiero delle donne, la letteratura femminile e gli studi di genere”, come riportato su Il Corriere. L’avvocato della minore aveva chiesto un risarcimento di 20 mila euro, ma il giudice non ha accettato.
Il giudice Costantino De Robbio, che ha condannato l’organizzatore di questi incontri a 9 anni e 4 mesi, ha definito questa storia un “micidiale incrocio di vulnerabilità ed assenza di valori”.
Il cliente in questione, condannato a 2 anni senza attenuanti generiche e senza sospensione condizionale della pena, più l’interdizione perpetua da qualunque incarico nelle scuole o strutture frequentate da minorenni, ha ricevuto l’obbligo di “risarcire” la vittima con libri e film come “Il diario di Anna Frank“, “La vita activa” di Anna Arendt, “La storia delle donne in Occidente” di Georges Duby e Michelle Perrot e “Figure femminili nella storia antica. Nonostate Platone” di Adriana Cavarero.
Il giudice infatti vorrebbe che la ragazza capisse che il vero danno sta nell’essere stata danneggiata nella sua dignità di donna.
Secondo. Adriana Cavarero, una delle autrici presenti nell’elenco, sarebbe stato meglio che fosse stato l’uomo condannato a dover leggere questi libri.
A proposito del suo libro, su La27 ora dichiara: “è un libro, non difficile, sulle radici culturali della degradazione del femminile: una critica ironica degli stereotipi che ne sono alla base. Serve soprattutto al cliente, che deve sviluppare una mentalità che li rifiuti”.
Cavarero, che è una delle più importanti teoriche mondiali del pensiero e della differenza e dunque parla con cognizione di causa sottolineando che, nell’intera vicenda, è stato il cliente a commettere l’errore più grave, “un adulto che consapevolmente vuole comprare sesso da una minorenne”.
Noi vi lasciamo con uno studio che dimostra come le “baby squillo” italiane siano in aumento.
Unimamme e voi cosa ne pensate di questo provvedimento?
Lo condividete? Pensate davvero che la minore coinvolta possa comprendere i testi assegnati?
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