Il suo lavoro è di inestimabile aiuto considerando che il numero dei decessi per il morbillo è più alto di quanto si pensi.
In un recente studio pubblicato su AAP News & Journals si parla proprio di questo.
I ricercatori hanno scoperto che 1 bimbo su 609 bambini con il morbillo ha sviluppato la sclerosi panencefalica subacuta (SSPE) spingendoli a richiamare le persone a una maggior educazione sui vaccini per aumentare i tassi delle persone immuni.
“Spesso si finisce col portare il dibattito sui rischi dei vaccini mentre invece dovremmo parlare dei rischi che comporta questa malattia” ha dichiarato il dottor James D. Cherry, autore dello studio.
La SSPE di cui vi abbiamo parlato poco fa è un disordine neurologico che può presentarsi a un anno di distanza dal periodo in cui una persona è stata contagiata dal morbillo ed è sempre fatale.
Si tratta infatti di pericolosissime encefaliti, infiammazioni del cervello collegate a virus come il Paramyxovirus che causa la malattia.
Per valutare il tasso di SSPE gli scienziati hanno condotto un certosino controllo sui casi in California dal 1998 al 2015 in base alla data del certificato di morte.
Quindi sono stati riscontrati:
Solitamente l’età a cui si diagnostica la SSPE è 12 anni, ma questa colpisce anche bimbi sotto i 3 anni come adulti di 35.
Nel corso di una sottoanalisi di casi dal 1998 al 2001 gli scienziati hanno scoperto che:
aveva sviluppato la SSPE.
Un altro studio tedesco ha evidenziato che 1 bimbo su 1700 che aveva avuto il morbillo prima dei 5 anni sviluppava la SSPE.
Normalmente si raccomanda che i bambini ricevano la prima dose di vaccino contro morbillo, parotite e rosolia a 12-15 mesi e la seconda dose prima dei 6 anni.
I piccoli tra 6 e 11 anni dovrebbero ricevere il vaccino se viaggiano all’estero, secondo la raccomandazione degli specialisti americani.
“Ogni bambino non vaccinato toglie una scheggia dal muro dal muro che impedisce alla comunità di avere focolai di morbillo. Se tante altre schegge vengono portate via la malattia ritornerà e avremo complicazioni più gravi” dichiara il dottor Marshall.
Per prevenire nuove catastrofi e sensibilizzare circa la necessità dei vaccini il nostro Ministero della Salute in collaborazione con l’associazione IncontraDonna Onlus ha lanciato una nuova campagna nazionale che ha come slogan l’hashtag: #lavaccinazionenonhaetà.
Lo scopo è quello di sottolineare l’utilità delle vaccinazioni in tutti gli stadi della vita.
Secondo l’OMS, così facendo, ogni anno si salvano 2,4 milioni di vite ogni anno.
Unimamme voi avete vaccinato i vostri bambini?
Cosa ne pensate della necessità di tenere alta la guardia sui vaccini attraverso nuove campagne pubblicitarie?
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