Unimamme torniamo a parlarvi di aborto e di natalità.
In Polonia sono passati solo un paio di mesi da quando migliaia di donne sono scese in piazza vestite di nero per protestare contro il governo che aveva deciso di ratificare una legge antiabortista. Con quel provvedimento l’aborto sarebbe stato a tutti gli effetti – tranne rare eccezioni legate alla salute – illegale.
La “voce”delle “donne in nero” è stata così alta che si è dovuto fare marcia indietro: niente legge sul divieto totale di aborto.
L’attuale legge in Polonia autorizza l’aborto entro la 12esima settimana solo in caso di problemi di salute per il feto, per la mamma o in caso di incesto/strupro.
Ora il partito populista Diritto e giustizia (Pis) di Jaroslaw Kaczynski che è al governo in Polonia ha presentato in questi giorni un altro decreto che sta già facendo parlare di sé.
Polonia anti aborto: cos’è il nuovo bonus per le nascite
Il nuovo decreto, approvato con 267 voti favorevoli contro 140 contrari e 21 astenuti, prevede che le donne polacche che decideranno di portare a termine la gravidanza pur sapendo che il bambino è gravemente malato o presenta delle disabilità, avranno una sorta di bonus di 4.000 zloty, circa 930 euro alla nascita.
La legge – chiamata “Pro Life” – viene vista dal governo come una possibilità di forte sostegno alle famiglie, “una specie di pronto soccorso per i genitori” come dichiarato da Elzbieta Witek, capo della cancelleria della premier Beata Szydlo, che ha presentato il disegno di legge.
Il bonus nascite verrà stanziato solo alla nascita del bambino e solo in presenza di un assistente sociale.
Vista dall’opposizione, la proposta appare invece come “un’offerta indegna con la quale si invitano le donne a sottoporsi a sofferenze indicibili in cambio di denaro“.
Il Pis – che ha la maggioranza assoluta alla Camera – intende riconquistare la fiducia degli elettori e l’appoggio della chiesa dopo appunto la pesante sconfitta subita un mese fa con la legge antiaborto, una protesta così vibrante e che ha fatto il giro del mondo, da costringere il governo a battere in ritirata.
Il leader del Pis Kaczynski non ha intenzione di venir meno alle sue posizioni anti-abortiste, tornando a sostenere che ai bambini seppur malati – di patologie scoperte durante i controlli prenatali – va data la possibilità di nascere e, in caso di gravissime patologie, di poter “almeno essere seppelliti dopo essere stati battezzati”.
Prima del bonus “pro-life”, il Pis aveva già intrapreso altre strade a favore delle nascite, considerato che anche la Polonia ha un tasso di natalità bassissimo: viene infatti offerto un bonus di 500 zloty (115 euro) al mese fino a 18 anni d’età a chi fa un secondo figlio, o a chi fa il primo figlio ma ha un reddito basso.
Finalità della legge appena approvata è quella di diminuire il numero di aborti dovuti all’accesso alla diagnosi prenatale. Secondo i dati del Ministero della Sanità, infatti, nel 2013 su 744 aborti legali:
- 718 erano legati a problemi di salute del feto (prevalentemente sindrome di down)
- 23 erano stati effettuati per problemi gravi di salute della donna
- e 3 perché la gravidanza era dovuta ad uno stupro.
E voi unimamme, che ne pensate di questa legge? La considerato come un supporto o come un’offesa?
Vi lasciamo con la storia di una bambina nata in un paese dove il 95% delle coppie sceglie l’interruzione volontaria nel caso sia presente una Trisomia 21.