Zelinda Roccia è una donna italiana il cui nome dovrebbe essere conosciuto da tutti, come la sua incredibile storia fatta di generosità, coraggio e determinazione.
Originaria della Sardegna e proveniente da una famiglia di attori circensi, Zelinda è sempre stata attratta dai viaggi.
Come si legge su The Post Internazionale, la sua strada non era del tutto scontata: “ho studiato, mi sono trasferita a Cagliari per seguire l’università. Poi la laurea, i viaggi… Amavo molto viaggiare e il teatro di strada. Inseguivo il sogno del circo”.
Nel corso della sua esplorazione Zelinda ha voluto passare il confine tra Honduras e Nicaragua per visitare questo paese che la affascinava moltissimo.
All’epoca, come ancora oggi, il Nicaragua era un paese molto povero, piagato da enormi diseguaglianze sociali.
Ed è stato in quel momento che Zelinda ha fatto un incontro determinante.
Qualche anno dopo Zelinda Roccia è tornata in Nicaragua, senza mezzi, ma armata di tanta buona volontà.
Da allora è conosciuta da tutti come Mamacita, una donna che ha deciso di spendere la sua vita per aiutare i bambini maltrattati e abbandonati tramite il suo progetto: Los Quinchos.
È stata lei la fondatrice di questa associazione il cui scopo è occuparsi dei quinchos, ovvero i piccoli che vengono abbandonati, picchiati, bruciati con il fuoco per essere messi a tacere.
Zelinda ha cominciato nel 1991 con una casa terremotata prestata da Padre Jesus Arguete che adesso vede la presenza di circa 40 persone distribuiti tra psicologi, educatori, maestri, artigiani, assistenti amministrativi che seguono 5 progetti diversi e 250 bambini.
Qui i piccoli possono sfuggire alla situazione di degrado e miseria in cui vivevano studiando e imparando un mestiere.
L’obiettivo è quello di reinserirli nella società garantendo loro il diritto a un’infanzia serena che possa farne degli adulti responsabili ed equilibrati.
Zelinda è la loro “mamacita”e, nonostante le migliaia di bambini assistiti, ricorda con affetto ognuno di loro.
In modo particolare però, ricorda la vicenda di uno dei piccoli ospiti di Los Quinchos: “un bambino del nord di Nicaragua, aveva otto anni, mezzo cieco, tutti gli altri bambini di strada ridevano di lui. Un bambino che ha patito la fame, la vergogna di essere abbandonato, che è scappato di casa per venire a Managua. Sniffava la ‘pega’, la droga dei poveri, chiedeva l’elemosina in strada per poter sopravvivere. Ora quel bambino ha studiato facendo sforzi sovrumani, si è laureato ed è diventato ingegnere a Cuba”.
Ed è per questo che solo lei può affermare: “il più grande riconoscimento è stato incontrare l’amore incondizionato di tanti bambini. Se tutte le persone pensassero che hanno una missione da compiere con tanto amore, sarebbero debellati l’egoismo e i rancori personali”.
Unimamme cosa ne pensate della storia di questa donna?
Vorreste aiutare la sua associazione che fa così tanto per questi piccoli? Seguite sul sito e sulla loro pagina facebook.
Noi vi lasciamo con il coraggioso esempio di un ragazzo, anch’esso italiano, che come Zelinda ha deciso di dedicare la sua vita ai bambini più deboli.
Purtroppo il mondo è pieno di ingiustizie, torti, soprusi da raddrizzare, per fortuna ci sono persone come Zelinda.
Come direbbe Madre Teresa “quello che facciamo noi è solo una goccia nell’Oceano, ma se non lo facessimo l’Oceano avrebbe una goccia in meno“.
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