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Travaglio

Piano del parto: cos’è e come si fa a scriverne uno

Published by
Valentina Colmi

Sempre più donne desiderano essere protagoniste attive del proprio travaglio, per questo c’è la possibilità di scrivere il piano del parto, un documento che si presenta in ospedale al momento dell’accettazione a travaglio iniziato in modo che gli operatori sanitari sappiano quali siano le volontà della madre e le rispettino il più possibile.

Affinché il parto possa considerarsi un’esperienza positiva infatti, una donna deve sentirsi accolta e considerata per quel che riguarda tutte le fasi della nascita. Purtroppo sappiamo che molto spesso non è così: una ricerca inglese ha infatti scoperto che quasi la metà del campione di donne intervistate si è sentita così poco compresa da avere difficoltà nel rapporto con il bambino una volta nato.

Il piano del parto è un documento ancora poco conosciuto in Italia – in altri Paesi come la  Spagna invece è prassi comune – per questo è giusto permettere a tutte le donne e a voi unimamme di conoscerlo per far valere i vostri diritti. Vediamo insieme in che cosa consiste.

Piano del parto: quali informazioni contiene

In generale contiene delle informazioni fondamentali che riguardano – come dicevamo – il percorso desiderato dalla donna. Da noi può essere di una sola pagina, visto che sono ancora pochi gli ospedali che lo propongono, mentre all’estero è un documento di una ventina di pagine che chiede in maniera esaustiva tutti gli aspetti a cui la partoriente va incontro, dagli accompagnatori in sala parto fino alla presenza del bambino in stanza.

E’ diviso per aree “tematiche” in cui si spiega che cosa sta per accadere alla partoriente e che cosa sarebbe meglio per lei  in modo che – informazioni alla mano – possa decidere in maniera totalmente autonoma, a cominciare dall’arrivo in ospedale. Ecco un esempio che si possono trovare :

  1. Durante il travaglio e il parto voglio avere con me/non voglio avere con me
  2. Desidero che sia tenuta in considerazione questa mia volontà durante il travaglio
  3. Per motivi religiosi o di credo voglio che sia tenuta presente questa volontà nel momento del parto

Passiamo poi al momento del travaglio attivo:

  1. Voglio che mi venga/non mi venga somministrata l’anestesia epidurale
  2. Durante il travaglio voglio assumere queste posizioni per assecondare il dolore
  3. Voglio/non voglio che mi venga praticata la rasatura del pube o che mi venga somministrato un clistere

Una volta che il bambino è nato, la donna può decidere di:

  1. Voglio che il papà tagli il cordone ombelicale
  2. Voglio che il sangue del cordone venga donato
  3. Voglio/non voglio che al bambino venga somministrato alcun tipo di alimento per avviare l’allattamento esclusivo
  4. Voglio/non voglio tenere il bambino con me in stanza (rooming-in)
  5. Voglio cambiare io per prima il bambino/voglio cambiare il bambino assieme al padre/voglio che il bambino sia cambiato per la prima volta dal papà

In qualche caso, si può anche indicare che si vogliono le dimissioni anticipate, ovvero se il parto è naturale e non ci sono complicazioni per mamma e bambino, è possibile anche ritornare a casa a poche ore dalla nascita, senza degenza.

Come vedete si tratta di un documento davvero completo, che eviterebbe tanti fraintendimenti tra operatori sanitari e futura mamma e che soprattutto renderebbe il parto proprio un momento indimenticabile.

E voi unimamme cosa ne pensate? Qualcuna l’ha presentato in ospedale al momento del travaglio?

Valentina Colmi

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