Com’è che si dice? Una mamma si sveglia e sa che dovrà correre.
La vita di una donna con dei figli non è sicuramente semplice, soprattutto se lavora (non è semplice comunque, nonostante quello che si crede), ma spesso bisogna fare i conti con il quotidiano e con il fatto che di aiuti ce ne siano pochi.
Se nonni e baby sitter non sono a disposizione la giornata diventa un lungo susseguirsi di incastri per riuscire a sbrigare tutte le attività della giornata e possibilmente a sopravvivere.
Anche il disegnatore canadese André-Philippe Coté pur essendo un uomo ha capito le difficoltà che si incontrano e ha realizzato una vignetta che è diventata virale in rete, venendo condivisa più di 100 mila volte, grazie alla verità che contiene.
Nel fumetto si vede una donna che cerca di trasformarsi in Flash – il supereroe più veloce della storia – per poter compiere tutto quello che deve fare, che spesso si traduce nel dover svolgere da sola tutte le incombenze. Passa dall’asilo, alla scuola poi al lavoro, al fare la spesa fino a giungere a casa dove ovviamente la giornata che distruggerebbe chiunque non è ancora finita visto che probabilmente dovrà cucinare, rimettere in ordine e preparare i figli per il giorno dopo.
Nell’ultima vignetta la donna dice al proprio medico: “Mi sento un po’ depressa dottore” e lui per tutta risposta le dice “Faccia un po’ di sport“. Certamente potrebbe trattarsi di un suggerimento valido ma per le donne che sono sole e non hanno aiuti è molto difficile riuscire a trovare il tempo per dedicarsi un po’ a se stesse. Eppure questo tempo dovrebbe essere fondamentale per sopravvivere e per non farsi schiacciare dal peso della famiglia.
Quello che colpisce in questo fumetto è la totale assenza dei papà e qui ritorniamo al solito problema culturale del ruolo del padre all’interno dell’educazione dei figli: i bambini non sono solo delle madri e non è giusto considerare il proprio compagno o marito un mero accessorio a cui rivolgersi solo in caso di mera necessità. “La mamma è sempre la mamma“: è vero, ma lo è altrettanto per quanto riguarda i padri. Spesso siamo noi donne che non vogliamo delegare, siamo noi le prime maschiliste, salvo poi non poterne più.
Tra l’altro – e lo dice una che ci è passata – il rischio di depressione è davvero molto alto, non c’è da scherzarci troppo sopra. Bisogna riflettere e trovare delle soluzioni per sollevare un po’ di peso alle madri, che a volte hanno un solo diritto: quello di non fare niente.
E voi unimamme cosa ne pensate?
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