La blogger Natalie Romero, sull’Huffington Post, ha deciso di ringraziare l’infermiera che si è presa amorevolmente cura del suo piccino e che è stata accanto ai genitori spiegando in un linguaggio più comprensibile le diagnosi mediche.
“Cara infermiera del reparto di terapia intensiva non so se sei cosciente dell’impatto che hai avuto sulla mia famiglia.
Non penso di averti ringraziata.
Spero che non sia troppo tardi.
Grazie per aver chiuso le tende per darmi la privacy necessaria quando non riuscivo a smettere di piangere.
Grazie per aver cullato il mio bambino quando non potevo stare con lui di notte.
Grazie per aver cucito a maglia cappellini e babbucce.
Grazie per avergli letto dei libri.
Grazie per avergli cantato delle ninne nanne.
Grazie per essere stata con lui in sala operatoria.
Grazie per essere stata gentile con lui quando era abbattuto e malconcio dopo ore e ore di operazione chirurgica.
Grazie per averlo difeso e aver messo tutto in discussione, persino i medici, quando hai pensato che si trattasse di cure non necessarie.
Grazie per aver messo via una piccola parte di capelli che sono stati tagliati dalla sua testa perché l’unica vena disponibile era sul cranio. “Questo è stato il suo primo taglio di capelli” ci hai detto offrendocela il mattino seguente.
Grazie per avermi insegnato a fargli il bagnetto senza far scattare tutti gli allarmi.
Grazie per avermi insegnato a leggere tutti i macchinari a cui era attaccato.
Grazie per avermi aiutato a tenerlo in braccio senza tirare tutti i tubi.
Grazie per essere rimasta silenziosamente accanto a me mentre piangevo lacrime di impotenza.
Grazie per avermi aiutata a vedere tutto il buono che stavo facendo incoraggiandomi a pompare ogni tre ore.
Grazie per avermi fatta sentire una mamma normale nei momenti in cui mi sentivo tutt’altro che normale.
Grazie per aver festeggiato ogni oncia di latte consumato, ogni respiro esalato senza il respiratore, ogni momento in cui il numero sulla bilancia è aumentato.
Grazie per aver festeggiato quando lui è stato dimesso.
Grazie per avermi aiutata ad attraversare una delle esperienze più difficili di tutta la mia vita, tu sei stata una delle ragioni per cui sono sopravvissuta.
Io sicuramente non ho visto la metà di ciò che hai visto tu. So che anche se sembra che tu stia sempre sorridendo dietro le porte piangi anche tu. So che nei momenti di caos, quando gli allarmi stavano suonando e venivano chiamati i codici e le mie parole sembravano schiantarsi intorno a me tu sei rimasta calma e concentrata e hai fatto in modo che il mio mondo rimanesse dritto.
Spero che tu sappia che ho sentito la tua mano sulla mia spalla. Spero che tu sappia che sono stata grata di vedere il tuo volto tutte le mattine.
Spero tu sappia quanto sei stata importante per noi”.
Unimamme, voi cosa ne pensate di questa commovente lettera?
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